Chiaia

Ingegnere ucciso sotto casa, parla la moglie: "Mia figlia ha saputo da Facebook"

Elena Grande ripercorre i tragici attimi di lunedì sera quando ha scoperto l'omicidio di suo marito. E raffredda la pista familiare: "Escluderei questioni ereditarie"

Era appena tornata a casa. Elena Grande, la moglie dell'ingegnere Vittorio Materazzo ucciso a pochi metri dalla sua abitazione, ha scoperto quanto accaduto mentre entrava nel suo appartamento, con i figli tranquilli nelle loro stanze.

Intervistata dal Mattino, la 41enne ha raccontato quei tragici istanti di lunedì sera. Aveva infilato le chiavi nella serratura di casa, poi le urla. "Sono tornata subito giù, avevo capito che stava accadendo qualcosa di grave – racconta – qualcuno che chiedeva aiuto". Non pensava potesse trattarsi del marito. "Non sapevo neanche a che ora sarebbe rientrato, l’avevo sentito l’ultima volta intorno alle 17, ci eravamo dati appuntamento a casa".

LA SCOPERTA DEL CORPO – Tornata giù, la scena agghiacciante. "Ho visto mio marito a terra, accanto a lui la borsa da lavoro e le chiavi. Aveva parcheggiato l’auto in garage come al solito e poi era entrato nel palazzo attraverso il portoncino laterale". La donna ha pensato ad "una colluttazione, perfino banale dirlo. Forse una rapina finita male, o forse no: la mia confusione era totale, desideravo solo che arrivassero i soccorsi". "I bambini per fortuna erano già a casa – ha aggiunto la donna – mia figlia lo ha saputo leggendo Facebook, e questo è stato terribile. Non sapevo neanche io che cosa fare. Per prendere un po’ di tempo le ho detto che Vittorio non si era sentito bene ed era andato ospedale. Poi mi ha mandato un link nel quale si leggeva tutto quello che era successo al padre. È stato terribile".

CONTINUA - VITTORIO E LA PISTA FAMILIARE

CHI ERA LA VITTIMA – Molti impegni Vittorio Materazzo, ma un uomo tranquillo. "Chiedete ai suoi amici: lavoro, famiglia e sport, lo sci che lui amava tanto. Non aveva nemici, era una persona corretta e benvoluta". La risposta più importante riguarda le eventuali preoccupazioni dell'uomo. "Quelle normali difficoltà legate al mondo del lavoro che appartengono un po’ a tutti. L’altra mattina mi sembrava sereno come al solito – racconta – Era uscito molto presto, poco prima delle sette, aveva passato l’intera giornata in cantiere tant’è che eravamo riusciti a sentirci solo una volta".

Poi la sera, la tragedia. "Non è ancora chiaro se qualcuno lo ha seguito, ed è entrato con lui, oppure lo ha aspettato all’interno del palazzo dopo essere passato attraverso il portone principale – spiega la moglie della vittima – Comunque lo ha affrontato dentro anche se poi ha continuato ad aggredirlo fuori".

LA PISTA FAMILIARE - Tra le varie piste battute dagli inquirenti, anche quella familiare. Con l'ingegnere 51enne che pare avesse problemi con alcuni parenti a causa dell'eredità paterna, e che avesse chiesto la riesumazione della salma del genitore morto dubitando che il decesso fosse avvenuto per cause naturali.

"Non facciamo congetture e soprattutto non sappiamo nulla, ma mi sento di escludere questioni ereditarie – sottolinea però Elena Grande – Siamo una grande famiglia: tanti figli e una quantità di nipoti, è chiaro che qualche contrasto talvolta può esserci anche stato". La riesumazione della salma del padre è descritta dalla vedova di Materazzo come "un'altra storia". "E anche in questo caso se ne sta occupando la magistratura – precisa – c’è un esposto, si vedrà. Non spetta a me dire che cosa potrebbe accadere. Io adesso ho un solo obiettivo che devo perseguire fino in fondo, garantire amore e serenità ai miei bambini".


Si parla di