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Napoletano esordisce a soli 16 anni in Europa League, il papà: "Ho un messaggio per De Laurentiis"

Sebastiano Esposito, giovane promessa dell'Inter e del calcio italiano, è nativo di Castellammare di Stabia

Ha esordito a soli 16 anni in Europa League nel corso di Inter-Eintracht Francoforte, diventando il secondo italiano più giovane di sempre ad esordire nella competizione. E' questa la splendida favola di Sebastiano Esposito, giovane attaccante dei nerazzurri e grande promessa del calcio italiano.

A parlare di Sebastiano, napoletano di Castellammare di Stabia, è il papà Agostino ai microfoni di AreaNapoli: "Abbiamo visto la partita alla televisione. Quando Sebastiano è entrato in campo, ci siamo commossi tutti. Siamo subito scoppiati in lacrime. I sacrifici che sta facendo devono essere un  punto di partenza e non di arrivo. Deve continuare a fare bene".

"Tutto è iniziato nove anni fa, grazie a Roberto Clerici. Voleva i tre fratelli, così mi propose di allenare a Brescia e portò su l'intera famiglia. A seguito degli eventi legati a Corioni, è poi arrivata l'offerta dell'Inter. Siamo fieri della scelta fatta, perché a Milano abbiamo trovato l'ambiente giusto ed un percorso idoneo. Le nostre aspettative sono state pienamente soddisfatte. Certo, quanto raccolto è anche il frutto di tanto impegno in campo: ai miei ragazzi dico sempre che il sacrificio paga. Essere estirpati dalla propria terra da piccolini non è mai semplice. All'epoca Sebastiano aveva 8 anni, Francesco Pio 6 e Salvatore 13. Devo ammettere che qualche difficoltà c'è stata. Per noi meridionali non è semplice ambientarci subito al nord, ma ringraziamo il calcio e lo sport per averci fatto fare tanta strada. Abbiamo trovato persone gentili e disponibili, ci hanno accolto molto bene. Nei primi anni è stata dura, ma i miei figli ce l'hanno messa tutta e sono stati ripagati", ha spiegato ancora Esposito.

Proprio il papà di Sebastiano, Agostino, è cresciuto nelle giovanili del Napoli: "Sono cresciuto nel Settore Giovanile dei vari Buonocore, Ferrante, Russo, dove giocavo come difensore: chi meglio di me può capire quanto conti l'impegno a quell'età? Facevamo sacrifici enormi, andavamo a Soccavo ed Agnano, in tanti campi di Napoli per allenarci. Un'altra epoca: quello sì che era un Settore Giovanile all'avanguardia! Vincevamo ovunque. Oggi mi rendo conto che si fa fatica. Se non hai strutture e non investi, insomma se ti manca un centro sportivo dedicato, che sia Napoli o Juve Stabia o altre squadre, credetemi, diventa dura. Purtroppo, noi al sud abbiamo pochissime strutture e crediamo ancor di meno nei giovani. Capisco la scelta di spostarsi al nord, dove i ragazzi sono seguiti: lì ci credono ciecamente. A tal proposito, ne approfitterei per rivolgere un appello ad Aurelio De Laurentiis: il Napoli è in serie A e fa bene, ma deve seguire al meglio anche le giovanili. Non è giusto non intravedere dove potrai arrivare. E' tutto un punto interrogativo".

Su un futuro in azzurro per il figlio, Agostino Esposito non chiude le porte: "Essendo di Castellammare, la squadra del cuore dei miei figli è la Juve Stabia e vorrebbero vedere in alto i colori gialloblù. Napoli è pur sempre una maglia che 'tira', una garanzia di grandi emozioni. Non lo nascondo, è veramente inimmaginabile non indossarla. Oggi come oggi, però, per fare la tua fortuna devi cercarla lontano dalla tua Napoli. Chissà un giorno cosa ci riserverà il futuro".


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