Notizie SSC Napoli

Insigne su The Player's Tribune: "Adoravo Ronaldo, poi ho capito D10S"

In un articolo sul noto sito di microblogging per sportivi professionisti, il numero 24 azzurro ripercorre la sua carriera

Lorenzo Insigne

Gli inizi, le difficoltà, la consacrazione. Lorenzo Insigne affida oggi a The Player's Tribune, sito di microblogging per sportivi professionisti, il racconto della storia della sua carriera. Anche Marek Hamsik aveva in passato scritto su quelle pagine un articolo memorabile.

"Mi dicevano che ero troppo basso", racconta Lorenzo a proposito dei continui rifiuti che riceveva all'inizio. Particolarmente toccante l'episodio di un paio di scarpette, che giovanissimo chiese al padre di comprargli dopo essere stato ammesso in una scuola calcio: "La mia famiglia - scrive Insigne - ha origini molto umili. Frattamaggiore, il piccolo comune nel quale sono cresciuto, era un posto con tanti problemi: in quegli anni non c'era niente, non c'era lavoro e la mia famiglia non aveva tanti soldi per tirare avanti, quindi era praticamente impossibile poter comprare delle scarpe costose. Inoltre io volevo un paio di scarpe in particolare: le R9. Erano le scarpe del Fenomeno, Ronaldo. Di colore argento, blu e giallo. Una vera icona: Ronaldo aveva appena giocato il Mondiale del '98 in Francia con quelle scarpe e io non parlavo d'altro. Dicevo ogni giorno: 'Papa', per favore, ti prego, prendimi le scarpe di Ronaldo'".

Hamsik su The Player's Tribune, lettera da brividi ai tifosi azzurri

Il padre però aveva un altro mito, quello di Maradona, e voleva comprargli delle semplici scarpette nere. "Ma io non lo avevo visto giocare - scrive Insigne - ero troppo piccolo e gli rispondevo: 'No papà, non hai capito. Ronaldo è il migliore'. Mi dispiace papà! Mi dispiace Diego!", si scusa. E in effetti l'inizio del post è abbastanza chiaro: "Prima di cominciare questa storia devo chiedere perdono a Dio. Per Dio, intendo "D10S", Diego Armando Maradona. E voglio chiedere perdono anche a mio padre".

"Ogni volta che indosso la maglia del Napoli al San Paolo - conclude Insigne - mi viene la pelle d'oca. Perché so cosa significa per la mia famiglia, e ripenso a tutto quello che ha sacrificato mio padre negli anni per tirare avanti e per permettermi di coltivare questa passione. Non so cosa abbia dovuto fare per avere i soldi per comprare le mie prime scarpe, ma so che è stato faticoso. Quel sacrificio ha dato inizio a questo sogno. E ora posso scendere in campo nella mia città e mi vengono i brividi perché penso: "Qui ha giocato il più grande giocatore della storia. Qui è dove ha giocato Maradona. Con tutto il dovuto rispetto, caro Ronaldo, adesso che sono più grande e che conosco la mia storia, devo pentirmi e devo dire che Maradona è il più grande giocatore che sia mai esistito. Ronaldo, avevi delle scarpe meravigliose. Eri il Fenomeno. Eri la mia ispirazione. Ma io sono napoletano, qui c'è un solo re. E il suo nome è Diego Armando Maradona".

Insigne ha parlato anche dei problemi che a volte ha il Napoli nel convincere i giocatori a venire in città. "Sono sei anni che indosso questa maglia e provo ancora la stessa emozione ogni volta che segno un gol per il Napoli. Sono fiero di essere di questa città. Sapete, a volte sento alcune persone parlare male e dire cattiverie discriminatorie su Napoli: per me è molto frustrante perché non conoscono la città, le persone buone e quelle meno buone si trovano dappertutto". "Per me - aggiunge l'attaccante del Napoli - questa è la città più bella del mondo: abbiamo il sole, il mare, si mangia bene. E se non credete a me, la prova sono i miei compagni: magari alcuni arrivano qui con un po' di timore perché sentono parlare male di Napoli, ma guardate quanti giocatori sono rimasti qui, invece di trasferirsi in club più grandi. Alcuni di loro sono qui da tre o quattro stagioni e non vogliono andarsene, né loro né le loro famiglie. Il nostro capitano, Marek Hamsik, è slovacco e vive qui da 11 anni. Quando chiedo ai miei compagni perché vogliono rimanere loro mi dicono: 'Amo questa città, amo la vita qui, amo i tifosi del Napoli'".

Non poteva mancare un accenno al traguardo che quest'anno inseguono gli azzurri: il terzo titolo nella storia del Napoli. "Ora il mio unico obiettivo è vincere lo scudetto con il Napoli. Lo voglio fare per la mia città, il mio paese, i miei amici, la mia famiglia e per i miei figli: questa città ha bisogno di vincere". Un accenno anche al Mondiale cui l'Italia non parteciperà. "E' stato molto doloroso non qualificarsi al Mondiale con la nazionale e non c'è nulla che posso dire per esprimere tutta la mia delusione. Mi fa ancora arrabbiare, perché avrei voluto vivere un Mondiale da protagonista dopo quello in Brasile in cui ero giovane e avevo giocato poco. Ma devo chiudere quel capitolo e concentrarmi per cercare di vincere il tricolore con il Napoli, il primo della mia vita".


Si parla di