Segnalazioni

L'Associazione Carcere Vi.Vo e i ragazzi di Poggioreale in scena con l'opera teatrale "La zattera"

Dura la vita dietro le sbarre e anche la finzione cinematografica non rende ciò che si prova al di là del muro. Nell'Istituto penitenziario di Poggioreale, dal mese di maggio dello scorso anno, invece il teatro si fa sul serio ed ha avuto inizio un viaggio nelle emozioni, grazie ad un laboratorio teatrale gestito dall'Associazione di volontariato “Carcere Vi.Vo”. Dodici ragazzi del padiglione “Firenze” hanno iniziato un percorso di laboratorio, durante il quale, non solo hanno acquisito tecniche teatrali, che hanno consentito loro di far interagire la mente, il corpo e le emozioni, ma hanno prodotto un testo dal titolo “La zattera”, con specifiche caratteristiche di metateatro, che porteranno in scena il giorno 26 gennaio 2023 nella Chiesa dell'Istituto penitenziario. Come mai questo titolo? La zattera è un tipico esercizio di teatro che insegna agli attori a mantenere l'equilibrio sulla scena e rendere allo spettatore una visione d'insieme pulita. Come si recita nel copione: ... nella vita quell'equilibrio a quanto serve direttò? Ve lo dico io, perchè grazie al teatro l'ho capito.... serve a non sbandare, a non andare oltre quel limite che ti fa finire a mare, serve a rispettare l'altro...troppe volte quell'equilibrio non l'abbiamo considerato, ed eccoci qua”. Un lavoro interamente costruito sulle esperienze fatte durante gli incontri di laboratorio, un lavoro che mostra il teatro come metafora della realtà che, talvolta serve a renderci liberi. Il percorso è stato lungo, diversi ragazzi hanno dovuto rinunciare, malvolentieri, alla recita finale per trasferimento ad altri istituti penali o ad altri padiglioni di Poggioreale. Ma ciò che è stato fantastico è che chi ha sostituito i compagni ha messo tutto l'impegno che ci hanno messo quelli che hanno iniziato il percorso da maggio 2022. Viene spontaneo il paragone con quella Parabola degli "operai": gli operai dell'ultima ora hanno avuto la stessa ricompensa di quelli della prima ora, perché il Signore stesso ha voluto che non ci fossero "privilegiati". Da ciò si può evidenziare che la salvezza è alla portata di tutti, anche degli ultimi arrivati. Il Gruppo di volontariato “Carcere Vi.Vo” si richiama nel nome e nelle finalità a S. Vincenzo de Paoli che nel '600, fra l'altro sprigionò tutta la sua straordinaria umanità in favore dei carcerati e dei galeotti francesi. Nel 1987, nel carcere di Poggioreale, le Figlie della Carità di Napoli ne ripropongono l'esperienza e, alcuni laici, nel tempo sempre più numerosi, ne raccolgono la sfida e si costituiscono nel 1989 come "Gruppo carcere Vi.Vo.", prefissandosi il recupero ed il reinserimento, nella storia di tutti, dei detenuti e dei tossicodipendenti, con il coinvolgimento della famiglia. Il Gruppo è accanto ai detenuti con le visite nelle carceri e la corrispondenza ai tossicodipendenti, favorendone l'ingresso in Comunità Terapeutiche, unica via per recuperare valori e stile di vita libera da ogni schiavitù, nonchè alle famiglie con visite domiciliari e l'ascolto presso il centro con accompagnamenti personalizzati.


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