Salute

Tendiniti, cosa sono e come si curano: risponde l’esperto

"Il tendine può logorarsi perché si assumono cattive posture o perché il muscolo viene sovraccaricato di lavoro, per questo motivo si consiglia di non esagerare quando si eseguono esercizi sportivi e di mantenere una postura corretta". L'intervista al dott. Fabrizio D'Urso

Nessun urto, nessun movimento strano, nessun trauma, eppure improvvisamente compare un dolore fastidioso ad uno dei grandi tendini del corpo (spalla, gomito, polso, caviglia, ecc). Si chiama "tendinopatia" (conosciuta anche come “tendinite”) e si tratta di un processo infiammatorio causato dalla ripetizione di micro sollecitazioni che vanno ad alterare la struttura anatomica delle fibrille che compongono i tendini. Questa patologia non colpisce solamente gli atleti professionisti, ma anche chi non pratica alcuna attività fisica. Come abbiamo detto, nella stragrande maggioranza dei casi (96%) le degenerazioni tendinee sono causate dalla ripetizione continua di microtraumi (sovraffaticamento). Più in generale questa patologia insorge a causa di un'attività fisica a cui non si è abituati. Per un atleta potrebbe trattarsi di un cambio radicale del programma di allenamento; per un sedentario di una nuova attività lavorativa o di uno sforzo fisico eccessivo. Numerosi e recenti studi hanno, inoltre, evidenziato una possibile connessione tra le malattie metaboliche e le tendinopatie: non solo diabete e obesità, ma anche patologie della tiroide, l’ipercolesterolemia e altre disfunzioni endocrine e metaboliche, sembrano causare l’infiammazione dell’apparato muscolo-scheletrico e la cronicizzazione dei disturbi collegati. Per saperne di più su questa patologia NapoliToday ha intervistato il dott. Fabrizio D’Urso, fisioterapista esperto in Riabilitazione dei Disordini Muscolo-Scheletrici e del Movimento.

Cos’è la “tendinite” e quali punti del corpo può colpire?

"I tendini sono robuste strutture fibroelastiche che connettono i muscoli alle ossa o ad altre strutture di inserzione, hanno una grande resistenza ai carichi meccanici e consentono di trasmettere, distribuire e graduare la forza esercitata dai muscoli alle strutture alle quali sono connessi. La principale funzione dei tendini è dunque di trasmettere la forza esercitata dai muscoli alla strutture a cui sono connessi. Il tendine grazie alle fibre collagene possiede una grande forza meccanica ma al contempo una scarsa elasticità, per cui è destinato principalmente a far fronte a carichi di tensione e questo comporta una minore capacità nel sopportare le forze elastiche e di compressione, spesso causa principale di sofferenza tendinea. Oggi il termine “Tendinite” è stato quasi del tutto abbandonato poiché veniva usato per descrivere il dolore cronico legato a questa patologia, sottintendendo la natura infiammatoria del disturbo. Gli studi istologici hanno poi dimostrato la presenza di lesioni degenerative a carico dei tendini, anche in assenza di una componente infiammatoria. Per questo motivo, oggi, si preferisce utilizzare il termine “Tendinopatie” che a loro volta si possono distinguere in "Peritendiniti" (infiammazione acuta della struttura ove il tendine scorre) e "Tendinosi" (problemi cronici del tendine caratterizzati dalla sua degenerazione). Tutti i tendini del corpo possono andare incontro ad una tendinopatia, ovviamente il rischio aumenta per i tendini che sono maggiormente messi sotto sforzo. I tendini più colpiti possono essere i tendini della spalla (cuffia dei rotatori), del gomito (gomito del tennista e del golfista), i tendini del polso, oppure il tendine rotuleo e quelli dei flessori a livello del ginocchio, mentre a livello della caviglia e del piede i più colpiti sono senz’altro il tendine di Achille, il tendine del tibiale posteriore che decorre nella parte interna della caviglia e del piede, e i tendini peronei che decorrono nella parte esterna sempre della caviglie e del piede".

Quali sono i sintomi e le cause principali?

"Il sintomo principale della tendinopatia è il dolore localizzato nella sede anatomica in cui si trova il tendine o i tendini coinvolti dalla lesione. Tale dolore si accentua o compare esclusivamente durante la palpazione dell'area interessata o durante movimenti attivi e passivi che coinvolgono in maniera importante il tendine colpito, o può essere presente anche a riposo nei casi di tendinopatia cronica. Oltre al dolore spesso si osserva un deficit nella forza dei muscoli collegati ai tendini lesionati. Durante le attività sportive il dolore in genere si presenta nella prima fase dei movimenti e può migliorare con il riscaldamento per poi ripresentarsi alla cessazione dell’attività. Per quanto riguarda le cause, essendo i tendini strutture deputate alla trasmissione delle forze meccaniche, queste sono nella quasi maggioranza dei casi attribuibili a fattori prettamente meccanici, in casi più rari le tendinopatie sono causate da patologie sistemiche come la Gotta, l’Artrite Reumatoide, l’Insufficienza Renale e l’Ipercolesterolemia. Infatti, la degenerazione tendinea è causata nel 96% dei casi da continui microtraumi del tendine sottoposto a sovraccarico. Dunque le principali cause meccaniche sono:

  • vizi posturali (che comportano delle retrazioni muscoltendinee)
  • sovraccarico funzionale dei tendini (per sovrallenamento o per microtraumi continui nel tempo)
  • errata esecuzione del gesto sportivo 
  • mancanza di elasticità tendinea dovuta a scarsa attività fisica
  • mancanza di riscaldamento fisico prima e dopo l’allenamento
  • corsa su terreni sconnessi.

Altre cause di tendinopatia sono ascrivibili all’invecchiamento, iniezioni intrarticolari di corticosteroidi, uso di steroidi anabolizzanti".

Cosa è il gomito del tennista?

"Il gomito del tennista è una frequente tendinopatia inserzionale a carico delle inserzioni tendinee dei muscoli epicondiloidei estensori dell’avambraccio, del polso e della mano che originano appunto dall’epicondilo laterale del gomito. Questa viene chiamata appunto con il nome di Gomito del Tennista in quanto il tennis è una delle attività sportive che maggiormente espone al sovraccarico dei muscoli epicondiloidei".

Come si può curare una tendinite cronica?

"La prima cosa da fare è innanzitutto correggere la disfunzione meccanica che porta al sovraccarico del tendine, quale può essere uno squilibrio posturale, la scorretta esecuzione di un gesto atletico ripetuto nel tempo (come nel caso di sportivi), o movimenti ripetuti nel tempo collegati all’attività lavorativa. Il trattamento della tendinopatia dipende dalla fase in cui ci si trova, e cioè se è infiammatoria acuta o cronica. Dal punto di vista medico il trattamento può essere chirurgico (rari casi) e non chirurgico. Il trattamento chirurgico, consistente in pulizie dell’apparato di scorrimento con asportazione del tessuto infiammatorio, è riservato ai casi di fallimento del trattamento incruento o quando vi siano delle rotture parziali del tendine. Anche dopo l’intervento chirurgico il tempo di recupero è variabile in funzione del danno tendineo e di quanto è stato necessario eseguire con l’intervento. Il trattamento non chirurgico prevede, invece, riposo dall’attività sportiva, ghiaccio locale, terapia farmacologica con anti-infiammatori non steroidei (FANS) e anche bendaggi".

Ci sono rischi legati all’uso prolungato di anti-infiammatori?

"Sì. Molti pazienti sono inconsapevoli dei rischi dell’uso prolungato di Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei (FANS), tra questi: tossicità gastrointestinale, danni renali, un aumentato rischio cardiovascolare. La lunga durata della tendinopatia cronica potrebbe quindi incrementare il tasso di effetti collaterali dall’uso prolungato di FANS. Per le tendinopatie croniche non-infiammatorie degenerative (tendinosi) l’iniezione di corticosteroidi potrebbe portare a breve termine ad una riduzione del dolore. Ad ogni modo non c’è evidenza né per un sollievo dal dolore nel lungo periodo né per un ritorno funzionale “pain-free” dato da simili iniezioni. E' stato addirittura notato che l’uso di steroidi è in grado di predisporre il tendine a rottura, in modo particolare per i tendini rotuleo e achilleo. Risulta ovvio, quindi, che in caso di tendinopatie croniche (sintomi da più di 6 settimane) l’uso di cortisone dovrebbe essere concesso solamente in maniera occasionale e con l’obiettivo principale di creare delle piccole “finestre” di assenza di dolore per permettere al paziente di intraprendere la riabilitazione specifica".

Come agisce la fisioterapia?

"La fisioterapia, eventualmente associata alla terapia fisica strumentale, è l’atto terapeutico più efficace nella cura delle tendinopatie e nella prevenzione delle recidive. Gli studi più recenti suggeriscono che il management fisioterapico attraverso un’adeguata valutazione e attraverso un programma fisioterapico mirato può indurre una migliore e più rapida guarigione delle strutture sofferenti (in caso di fase acuta infiammatoria) e ad un rimodellamento della struttura tendinea in caso di tendinosi, dove infatti è presente un’alterazione cronico e degenerativa della struttura tendinea. L’approccio terapeutico dal punto di vista fisioterapico oltre a guidare i processi riparativi tendinei e il rimodellamento strutturale è indispensabile ai fini della correzione della causa meccanica che, come precedentemente detto, è alla base dell’insorgenza delle tendinopatie".

Come si può prevenire questa patologia?

"Le tendinopatie possono colpire chiunque svolga attività sportive o anche professioni che sovraccaricano i tendini. Tra gli sport sono a rischio tennis, pallamano, basket, rugby, calcio, football americano, alcune specialità atletiche tra cui salto in alto e salto in lungo. Sono a rischio anche musicisti e chi passa molte ore davanti a un computer, utilizzando il mouse. Per chi svolge qualsiasi tipo di attività che va a ricadere in modo eccessivo sui tendini, è consigliato adottare delle precauzioni:

  • innanzitutto, non esagerare quando si eseguono esercizi sportivi, non sforzarsi troppo, non forzare ad ogni costo i propri limiti;
  • appena si sente dolore è necessario fermarsi, riposandosi o eseguendo per un po' un'attività fisica più dolce; 
  • prima di iniziare una qualsiasi attività sportiva è necessario effettuare esercizi di stretching, che servono ad allungare i muscoli: un muscolo corto e ipertrofico carica più tensione sul tendine, favorendo l'insorgere di infiammazioni e microlesioni; 
  • riscaldare i muscoli prima degli esercizi fisici e rinfrescarli subito dopo; 
  • ogni attività fisica necessità del parere professionale, delle eventuali lezioni e del consiglio di un allenatore prima di essere intrapresa". 

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