Salute

Infarto del miocardio: Cardarelli primo in Campania per numero di ricoveri

A riportare il dato è il portale DoveeComemicuro.it che ha realizzato un’indagine sugli ospedali più performanti per volume di ricoveri per infarto miocardico acuto e per numero di interventi di bypass aortocoronarico, di angioplastica coronarica e per aneurisma dell'aorta addominale non rotto 

In occasione della Giornata Mondiale per il Cuore (World Heart Day), in programma il 29 settembredoveecomemicuro.it, il portale di public reporting delle strutture sanitarie italiane, ha realizzato un'indagine sugli ospedali più performanti per volume di ricoveri per infarto miocardico acuto e per numero di interventi di bypass aortocoronarico, di angioplastica coronarica e per aneurisma dell'aorta addominale non rotto. Secondo la classifica regionale, l’Azienda Ospedaliera A. Cardarelli è la prima struttura in Campania per numero di ricoveri per infarto miocardico acuto. Ad occupare la prima posizione per il bypass aortocoronarico e per l’aneurisma dell'aorta addominale non rotto è l’Azienda Ospedaliera OO.RR. San Giovanni di Dio e Ruggi di Salerno; per l’angioplastica coronarica è prima la Clinica Mediterranea di Napoli.

A livello nazionale, invece, l’Azienda Ospedaliera OO.RR. San Giovanni di Dio e Ruggi di Salerno è al 2° posto per numero di interventi di bypass aortocoronarico e la Clinica Mediterranea di Napoli è al 2° per l’angioplastica coronarica.

Cuore affaticato: dove operarsi in Campania?  

Nel nostro Paese solamente 1 ospedale italiano su 2 rispetta lo standard minimo per volume di ricoveri per infarto miocardico acuto; 1 su 4 quello per numero di interventi di bypass aortocoronarico e aneurisma dell'aorta addominale non rotto; 6 su 10 raggiungono la soglia minima di interventi di angioplastica coronarica.  Solo la metà degli ospedali italiani accreditati raggiunge i 100 ricoveri annui per infarto acuto al miocardio, soglia minima fissata dalle autorità ministeriali. Appena un quarto arriva a 200 interventi di bypass aortocoronarico. La stessa quota esegue almeno le 60 operazioni richieste per aneurisma dell'aorta addominale non rotto. Solamente 6 strutture su 10, infine, effettuano i 250 interventi di angioplastica coronarica fissati come standard minimo di riferimento nazionale. Il volume annuo di operazioni è un parametro importante di cui tenere conto quando si valutano le performance di un ospedale, perché indicativo dell'esperienza acquisita. 

“È noto da tempo, infatti, come vi sia una correlazione diretta tra il numero degli interventi annui, gli esiti positivi e la riduzione delle complicanze”, dice Antonio Bartorelli, responsabile della Cardiologia Interventistica del Centro Cardiologico Monzino IRCCS, di Milano. “Altri indicatori da guardare sono la percentuale di pazienti sottoposti ad angioplastica coronarica transluminale percutanea (PTCA) entro 48 ore dal ricovero per infarto miocardico acuto e la mortalità a 30 giorni”, spiega Elena Azzolini, medico specialista in Sanità Pubblica e membro del Comitato Scientifico di www.doveecomemicuro.it.

Vediamo quante sono e come sono distribuite le strutture che eseguono questi interventi sul nostro territorio.

Fotografia della realtà italiana 

Le strutture pubbliche o private accreditate che effettuano ricoveri per  infarto miocardico acuto  sono 746 : il  47%  si trova al nord, il  22%  al centro e il  31%  al sud. Della totalità dei ricoveri, il  46%  è stato effettuato al nord, il  23%  al centro e il  31%  al sud. Gli ospedali che eseguono interventi di  bypass aortocoronarico  sono  97 : il  46%  si trova al nord, il  21%  al centro e il  33%  al sud. Della totalità delle operazioni, il  45%  è stato effettuato al nord, il  20%  al centro e il  35%  al sud. I centri che effettuano operazioni per  aneurisma dell'aorta addominale non rotto  sono  216 : il  54%  si trova al nord, il  19%  al centro e il  27%  al sud. Della totalità delle operazioni, il  52%  è stato effettuato al nord, il  25%  al centro e il  22%  al sud. Le strutture che eseguono interventi di  angioplastica coronarica  sono  383 : il  48%  si trova al nord, il  23%  al centro e il  29%  al sud. Della totalità delle operazioni, il  49%  è stato effettuato al nord, il  21%  al centro e il  30%  al sud.  

Ancora pochi raggiungono gli standard minimi

Il valore di riferimento ministeriale di minimo 100 ricoveri l’anno per  infarto miocardico acuto è rispettato solo dal  52% delle strutture italiane: il  45% è situato al nord, il  21% al centro e il  34% al sud. Gli ospedali  accreditati che rispettano anche gli altri 2 valori di riferimento - cioè una mortalità a 30 giorni dal ricovero inferiore all’8% e una percentuale di pazienti sottoposti a PTCA entro 48 ore dal ricovero superiore al 45% - sono 76, pari al  10% . La soglia di minimo 200 interventi annui di  bypass aortocoronarico , invece, è rispettato dal  26% delle strutture italiane: il  40% si trova al nord, il  28% al centro e il  32% al sud. Gli ospedali  che rispettano anche il secondo valore di riferimento – cioè una mortalità a 30 giorni dall’intervento inferiore all'1,5% - sono 11, pari all’ 11%. Il valore di riferimento ministeriale di minimo 60 interventi annui per  aneurisma dell'aorta addominale non rotto  è rispettato dal  24%  delle strutture: il  51%  è situato al nord, il  29%  al centro e il  20%  al sud. Gli ospedali che rispettano anche l'altro valore di riferimento – cioè una mortalità a 30 giorni dal ricovero inferiore all'1% - sono 24, pari all’ 11% . Il valore di riferimento ministeriale di minimo 250 interventi annuali di  angioplastica coronarica , infine, è rispettato dal  60% delle strutture: il  49% si trova al nord, il  20% al centro e il  31% al sud. 

Angioplastica e bypass: indicazioni agli interventi

A cosa servono e quando sono necessari un’angioplastica coronarica e un bypass aortocoronarico? La prima mantiene adeguatamente dilatata un’arteria in cui si è creato un restringimento in modo da consentire il passaggio del sangue ossigenato verso il miocardio. Il secondo, crea una via alternativa attraverso cui il sangue ossigenato può arrivare al cuore. Entrambi, dove ci sia il rischio di ostruzioni delle arterie coronariche, possono scongiurare un infarto miocardico. “Un’angioplastica, se eseguita tempestivamente, può oggi essere considerata una procedura salvavita avendo contribuito a ridurre la mortalità di oltre 4 volte. I formidabili progressi tecnologici che l’hanno interessata, uniti ai miglioramenti delle terapie farmacologiche post-intervento e all’esperienza degli operatori hanno permesso di ridurre progressivamente il ricorso al  bypass aortocoronarico. Quest'intervento cardiochirurgico è ancora utilizzato nelle patologie ostruttive più gravi delle coronarie o quando si rende necessario sostituire una valvola cardiaca con una protesi”, spiega Antonio Bartorelli.  

Fattori di rischio e prevenzione dell’aterosclerosi

Responsabile dei restringimenti e delle ostruzioni è l'aterosclerosi: una patologia cronica che interessa la parete dei vasi arteriosi, non solo coronarici ma anche appartenenti ad altri distretti vascolari.  “Fattori di rischio, oltre alla familiarità, sono l'abitudine al fumo, il diabete, l'ipertensione arteriosa e l'ipercolesterolemia. Capisaldi strategici della prevenzione, sia per chi gode di buona salute sia per chi ha ricevuto una diagnosi di aterosclerosi, invece, sono uno stile di vita sano, una corretta alimentazione, un'adeguata attività fisica e l'astensione dal fumo”.  

Gli esami per arrivare alla diagnosi

“L’ecografia Doppler (ecocolordoppler cardiaco), tecnica semplice, poco costosa e non invasiva, permette di indagare in modo accurato svariati distretti vascolari: quello carotideo, l’aorta addominale, le arterie renali e quelle degli arti inferiori, ma non le coronarie. Queste arterie, fino a pochi anni fa, potevano essere visualizzate solo mediante un esame invasivo, la coronarografia. Oggi, invece, per osservarle con accuratezza, in molti casi basta la TC del cuore, test non invasivo che richiede unicamente l’iniezione del mezzo di contrasto in una vena periferica. La risonanza magnetica cardiaca (CINE RM) non è utilizzata per visualizzare le coronarie ma fornisce informazioni utili sul buon funzionamento del cuore. Quanto al ricorso alla scintigrafia miocardica (SPET) - che prevede la somministrazione di un radiofarmaco debolmente radioattivo - proprio grazie all'introduzione di queste nuove tecnologie diagnostiche, si è notevolmente ridotto”.  

Follow-up post intervento

I controlli che seguono una procedura di angioplastica coronarica o un intervento di bypass aortocoronarico sono principalmente clinici e servono per monitorare l’eventuale ricomparsa dei sintomi tipici dell’ischemia miocardica - cioè dello stato di sofferenza del cuore dovuto all'occlusione delle coronarie.  “Le loro condizioni, però, vanno valutate periodicamente anche mediante esami da stress come l’elettrocardiogramma o l’ecocardiogramma da sforzo. Se persistono dei dubbi, inoltre, si può ricorrere a una TC coronarica. Se poi sintomi ed esami indicano inequivocabilmente una grave progressione della malattia è consigliabile ripetere una coronarografia invasiva”.  

CLASSIFICHE REGIONALI (Fonte: PNE 2017)  

Ricoveri per infarto miocardico acuto

Le strutture pubbliche o private accreditate che effettuano questo tipo di ricovero sono 64. Le 5 strutture che in Campania effettuano un maggior numero di ricoveri sono:

Azienda Ospedaliera A. Cardarelli di Napoli (n° ricoveri: 802)

Azienda Ospedaliera dei Colli - Monaldi di Napoli (n° ricoveri: 750)

Azienda Ospedaliera OO.RR. San Giovanni di Dio e Ruggi di Salerno (n° ricoveri: 655)

Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli (n° ricoveri: 647)

Presidio Ospedaliero San G. Moscati di Aversa (CE) (n° ricoveri: 496)

In Campania il valore di riferimento ministeriale di minimo 100 ricoveri l’anno è rispettato dal 58% delle strutture. L’Azienda Ospedaliera dei Colli - Monaldi di Napoli oltre a vantare alti volumi mantiene anche una bassa mortalità a 30 giorni dal ricovero (che deve mantenersi inferiore all’8%) (mortalità a 30gg: 7,15%). Non ci sono strutture che rispettano il valore di riferimento per cui almeno il 45% di pazienti sono sottoposti a PTCA (angioplastica coronarica percutanea transluminale) entro 48 ore dal ricovero.  

Il 3,9% dei residenti sceglie di farsi curare in altre regioni.

Il 96,1% dei residenti sceglie di farsi curarsi nella propria regione.

Il 2,3% di interventi eseguiti su non residenti.  

Interventi chirurgici di bypass aortocoronarico

Le strutture pubbliche o private accreditate che effettuano questo tipo di intervento sono 9. Le strutture che in Campania effettuano un maggior numero di interventi sono:

Azienda Ospedaliera OO.RR. San Giovanni di Dio e Ruggi di Salerno (n° interventi: 348) SECONDA IN ITALIA

Azienda Ospedaliera dei Colli - Monaldi di Napoli (n° interventi: 265)

Casa di Cura Pineta Grande di Castel Volturno (CE) (n° interventi: 200)

In Campania il valore di riferimento ministeriale di minimo 200 interventi l’anno è rispettato dal 33% delle strutture. L’Azienda Ospedaliera OO.RR. San Giovanni di Dio e Ruggi di Salerno oltre a vantare alti volumi mantiene anche una bassa mortalità a 30 giorni dall’intervento (che deve mantenersi inferiore all’1,5%) (mortalità a 30gg: 1,32%).  

L’ 8,6% dei residenti sceglie di farsi curare in altre regioni.

Il 91,4% dei residenti sceglie di farsi curarsi nella propria regione.

Il 3,3% di interventi eseguiti su non residenti.    

Interventi chirurgici per aneurisma dell’aorta addominale non rotto

Le strutture pubbliche o private accreditate che effettuano questo tipo di intervento sono 18. Le strutture che in Campania effettuano un maggior numero di interventi sono:

Azienda Ospedaliera OO.RR. San Giovanni di Dio e Ruggi di Salerno (n° interventi: 106)

Casa di Cura Pineta Grande di Castel Volturno (CE) (n° interventi: 82)

Azienda Ospedaliera A. Cardarelli di Napoli (n° interventi: 76)

Azienda Ospedaliera dei Colli - Monaldi di Napoli (n° interventi: 73)

In Campania il valore di riferimento ministeriale di minimo 60 interventi l’anno è rispettato dal 22% delle strutture. Non ci sono strutture che oltre a vantare alti volumi mantengano anche una bassa mortalità a 30 giorni dall’intervento (che deve mantenersi inferiore all’1%).  

Il 15,7% dei residenti sceglie di farsi curare in altre regioni.

L’ 84,3% dei residenti sceglie di farsi curarsi nella propria regione.

Il 2,7% di interventi eseguiti su non residenti.

Interventi chirurgici di angioplastica coronarica

Le strutture pubbliche o private accreditate che effettuano questo tipo di intervento sono 35. Le 5 strutture che in Campania effettuano un maggior numero di interventi sono:

Clinica Mediterranea di Napoli (n° interventi: 1283) SECONDA IN ITALIA

Casa di Cura Montevergine di Mercogliano (AV) (n° interventi: 1057)

Azienda Ospedaliera dei Colli - Monaldi di Napoli (n° interventi: 828)

Casa di Cura Santa Lucia di San Giuseppe Vesuviano (NA) (n° interventi: 788)

Azienda Ospedaliera A. Cardarelli di Napoli (n° interventi: 731)

In Campania il valore di riferimento ministeriale di minimo 250 interventi l’anno è rispettato dal 54% delle strutture.  

Il 5,6% dei residenti sceglie di farsi curare in altre regioni.

Il 94,4% dei residenti sceglie di farsi curarsi nella propria regione.

Il 2,8% di interventi eseguiti su non residenti.  


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