Salute

Ernia del disco, cos'è e come curarla: i consigli dell'esperto

"Questa patologia può essere prevenuta praticando un’attività fisica costante, mantenendo una postura corretta e controllando il peso forma”. L'intervista al dott. Fabrizio D'Urso

Vi siete mai chiesti come fa la colonna vertebrale, costituita di ossa, a piegarsi senza mai spezzarsi? È possibile grazie ai dischi intervertebrali che si trovano tra una vertebra e l’altra. Questi dischi, grazie alla loro vischiosità, permettono alla spina dorsale di effettuare movimenti in maniera estremamente lenta, in modo che non si verifichino traumi. A volte, però, il disco si ammala, e nella gran parte dei casi si tratta di Ernia. Perché si formi un’Ernia del disco (patologia diversa dall’Ernia addominale) bisogna che il disco interessato sia già sofferente e presenti una patologia chiamata discopatia degenerativa cronica che solo nel 15% dei casi diventa Ernia. Questa malattia insorge generalmente in seguito a sollecitazioni sbagliate o a posture scorrette della colonna vertebrale. Chi, ad esempio, pratica sport saltuariamente o chi sta seduto nella stessa posizione per un periodo prolungato è più soggetto a soffrire di discopatia. I dischi più colpiti dall'ernia sono quelli sottoposti a più sollecitazioni, per questo motivo l'ernia più comune è quella del disco lombare. Se si avverte un dolore lombare per 3-4 giorni ad intervalli regolari si è ancora in tempo, potrebbe trattarsi di semplice discopatia; se, invece, il dolore si irradia a tutta la gamba, allora vuol dire che il nucleo polposo è già fuoriuscito e comprime nervi e meningi. A soffrire di questa patologia è un italiano su quattro (la fascia di età più colpita è tra i 35 e i 45 anni). Tra le cause principali, come dicevamo prima, ci sono i fattori ereditari, la postura, il fumo, il peso corporeo, l'altezza e il tipo di lavoro.

Ma cosa è precisamente l’ernia del disco e come è possibile prevenire questa patologia? Lo abbiamo chiesto al dott. Fabrizio D’Urso, fisioterapista esperto in Riabilitazione dei Disordini Muscolo-Scheletrici e del Movimento.

Cosa è l’Ernia del disco?

“L’ernia del disco è la migrazione (erniazione) o dislocazione del nucleo polposo contenuto all’interno del disco intervertebrale posto tra due vertebre. La colonna vertebrale dell’uomo è composta da 33/34 vertebre poste una sull’altra (7 cervicali, 12 toraciche, 5 lombari, 5 sacrali e 4/5 coccigee). Inoltre presenta fisiologicamente delle curve visibili sul piano laterale (lordosi cervicale e lombare, cifosi dorsale e sacrococcigea) che hanno la funzione di distribuire in modo ottimale le forze e gli stress meccanici che agiscono su di essa permettendo allo stesso tempo una grande flessibilità e mobilità, oltre a consentirci di assumere una postura eretta. Tra ogni vertebra (eccetto tra le prime due cervicali, e tra le vertebre sacrali e coccigee) si interpone il disco intervertebrale, una struttura fibrocartilaginea flessibile che funge da ammortizzatore, con lo scopo di attenuare le pressioni sviluppate durante alcuni movimenti, e che consente una maggiore escursione articolare delle vertebre. Il disco intervertebrale è composto da due strutture, una interna e l’altra esterna:

  • Il Nucleo Polposo, una struttura di forma sferica e di consistenza gelatinosa che ha lo scopo di rispondere alle sollecitazioni delle forze che agiscono sulla colonna vertebrale e di distribuirle in modo uniforme all’Anulus che funge da struttura di contenimento;
  • L’ Anulus Fibroso rappresenta l’impalcatura di sostegno che conferisce una maggiore possibilità di movimento tra le vertebre e che funge da struttura di contenimento per il Nucleo Polposo. Parliamo di “ernia del disco” quando l’Anulus Fibroso presente tra due vertebre si rompe provocando la fuoriuscita o l’espulsione del Nucleo Polposo che, come ho detto precedentemente, può entrare in contatto con le strutture contenute nel Canale Vertebrale, dando come effetto infiammazione o irritazione delle strutture compresse con conseguente sintomatologia da compressione o irritazione. Parliamo invece di “protrusione” quando l’Anulus Fibroso si rompe solo parzialmente senza che ci sia la fuoriuscita del Nucleo Polposo. Tale disturbo è estremamente diffuso e spesso misconosciuto in quanto il più delle volte asintomatico: numerosi studi hanno, infatti, dimostrato che il 75-80% della popolazione che non presenta né dolori né alcuna sintomatologia ha un’ernia del disco o una protrusione”.

Quali sono i sintomi?

“L’ernia del disco può essere completamente asintomatica quando questa non comprime e non entra in contatto con nessuna delle strutture nervose o, nel caso in cui vi sia una compressione delle strutture nervose precedentemente elencate, può dare una sintomatologia variabile. I sintomi legati a questa patologia sono:

  • Il dolore, che può essere urente (bruciante) e trafittivo (morsicatura) spesso riferito lungo il percorso della struttura nervosa interessata (ad esempio lungo il nervo sciatico) ;
  • L’alterazione della sensibilità sensibilità spesso percepita come “sensazione di corrente elettrica”, formicolii, riduzione o scomparsa della sensibilità tattile e termica;
  • La riduzione della forza o del movimento in uno o più distretti a seconda della localizzazione dell’Ernia;
  • In casi rari e più gravi, compromissione delle funzioni sfinteriche.

Per quanto riguarda la localizzazione della sintomatologia questa sarà, in genere, a carico del distretto o del nervo colpito. L'ernia del disco può coinvolgere ogni porzione del rachide, ma ha frequenza prevalente in regione lombare/lombosacrale e cervicale; le ernie del disco dorsali sono molto più rare. La maggior frequenza in sede lombare e cervicale rende ragione della notevole mobilità dei segmenti che, pertanto, sono sottoposti a maggiore stress meccanico”.

Come si fa a distinguere un comune mal di schiena da un mal di schiena casuato da Ernia del disco?

"La differenza tra il comune mal di schiena e il mal di schiena causato da un’ernia del disco sta nella causa. Nel primo caso il dolore è causato da un problema muscolare, da un processo artrosico a carico di alcune vertebre o, in alcuni casi, da sublussazioni vertebrali. Nel secondo caso il dolore è causato dall'ernia del disco che entrando in contatto con il nervo o con altre strutture nervose può provocare la sintomatologia precedentemente descritta”.

Quali sono le cause principali di questa patologia e la fascia d'età più colpita?

“L’ernia del disco può avere più frequentemente cause di natura degenerativa, ma non si escludono cause traumatiche e/o congenite. Il processo degenerativo che predispone ad un’ernia del disco si manifesta generalmente in età avanzata con l’invecchiamento dei tessuti. Ma anche lo scorretto utilizzo della colonna vertebrale, problemi posturali non trattati, una vita sedentaria, il sovrappeso, alcuni tipi di sport (es. sollevamento pesi) e il ripetersi di microtraumi o macrotraumi sulla colonna vertebrale possono condurre ad una precoce degradazione di queste strutture anatomiche per cui oggi osserviamo frequentemente la presenza di questa patologia anche nei soggetti più giovani”.

Quali sono i controlli per diagnosticare questa patologia?

“La diagnosi si basa essenzialmente sull’esame anamnestico e sull’esame obiettivo. Per lo studio preciso di questo disturbo ci si avvale in genere della Risonanza Magnetica Nucleare, della Tac, e in alcuni casi dell’Elettromiografia per escludere altre cause e per studiare con maggior precisione la localizzazione e l’entità dell’ernia”.

Come agisce la Fisioterapia?

“La Fisioterapia gioca un ruolo di fondamentale importanza nella cura dell'ernia del disco: mira alla riduzione e/o eliminazione del dolore, riduce la possibilità di recidive istruendo il paziente su come utilizzare correttamente il proprio corpo. Il programma fisioterapico è progettato sulla base della valutazione e degli obiettivi personali ed in genere è composto da una parte passiva, solitamente composta da trattamenti manuali o da terapia fisica, e da una parte attiva composta da esercizi. Il tutto ha l’obiettivo di ridurre la pressione esercitata sulla radice nervosa, ripristinare e migliorare il movimento delle articolazioni e della colonna vertebrale, rinforzare la muscolatura deficitaria e migliorare la postura”.

L’Ernia del disco espulsa può “rientrare”?

“No, non può rientrare all’interno del disco intervertebrale perchè si disidrata in modo del tutto naturale. In genere l’ernia si riassorbe del tutto o in parte, e la sintomatologia a essa associata regredisce frequentemente in modo spontaneo o con trattamenti conservativi nel giro di 3 mesi e con completa o parziale risoluzione in 6 mesi”.

Quando si ricorre all’intervento chirurgico?

“Nella stragrande maggioranza dei casi, con gli interventi conservativi (fisioterapia e approccio farmacologico) si ha una completa remissione della sintomatologia entro le 6 settimane di trattamento. L’intervento chirurgico è riservato in pochi casi: in presenza della “Sindrome della Cauda Equina” (indicazione assoluta alla chirurgia), di deficit motorio ingravescente” (indicazione non assoluta), quando i sintomi non regrediscono entro le 6 settimane, quando il dolore non risponde al trattamento analgesico, o, ancora, quando non c’è regressione della sintomatologia con trattamento conservativo”.

Come si può prevenire questa patologia?

“Escluse le cause congenite, l’ernia del disco può essere prevenuta praticando un’attività fisica corretta e costante, mantenendo una postura corretta e controllando il peso forma”.


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