Salute

Depressione post partum, quali sono i sintomi e come prevenirla

"Può manifestarsi con un’eccessiva preoccupazione o con un atteggiamento di trascuratezza nei confronti del bambino. Parlarne con il partner e in famiglia è il primo passo per evitare che si evolva in una forma più grave". L’intervista alla psicoterapeuta Maria Grazia Milone

Dott.ssa Grazia Milone

La depressione post partum (o perinatale) è un disturbo che può colpire le donne dopo il parto creando difficoltà nell’interazione con il bambino e nei rapporti sociali. A soffrirne è circa il 7-12% delle neomamme e, generalmente, esordisce tra la sesta e la dodicesima settimana dopo la nascita del figlio. La depressione può manifestarsi con sintomi, più o meno gravi, che vanno dalla tristezza senza motivo all’irritabilità, dalla faciltà nel pianto alla sensazione di inadeguatezza. Un sentimento frequente è la vergogna mista ad ansia e a un senso di colpa. Questo mix di emozioni dipende dall’ immagine stereotipata che nella società odierna si ha della mamma. Si dà, infatti, per scontato che questa sia sempre felice e capace di rispondere a ogni esigenza del bambino. Questa visione alimenta nella noemamma aspettative poco realistiche, generando insicurezze e la paura di non essere all’altezza del nuovo ruolo. La depressione post partum è un problema che non coinvolge solo la donne, ma anche il neopapà e il resto famiglia, arrivando, molte volte, a paralizzare il normale svolgimento della vita sociale e lavorativa di chi ne soffre. Ma quali sono le cause di questa condizione patologica e come prevenirla? Lo abbiamo chiesto alla psicologa e psicoterapeuta Maria Grazia Milone.

Dott.ssa, cos’è la depressione post partum?

“La depressione post partum è una vera e propria patologia che colpisce il 10-15% delle neomamme. I sintomi iniziano a manifestarsi intorno alla 3 °- 4° settimana dal parto, diventando più evidenti intorno al 3°- 6°mese e possono prolungarsi anche oltre l'anno, con il rischio di cronicizzarsi”.

Con quali sintomi si manifesta?

“Sono quelli tipici della depressione, come ansia, irritabilità, preoccupazione, umore basso, mancanza di fiducia in se stessi, incapacità di prendere decisioni, perdita di interesse nel fare le cose, difficoltà di attenzione e concentrazione, disturbi del sonno, che possono andare dall'insonnia all'ipersonnia (cioè dormire troppo poco o troppo), e disturbi dell'appetito. Possono presentarsi anche vari sintomi somatici come cefalee, dolori, stanchezza muscolare, vertigini, nausea etc. Si riscontrano, inoltre, disturbi specifici della maternità come un senso di incompetenza e di inadeguatezza nel prendersi cura del piccolo, incapacità di provare gioia, sentimenti negativi di fastidio o anche avversione nei suoi confronti, difficoltà nel contatto fisico con il neonato e nell'allattamento, il tutto accompagnato spesso da forti sensi di colpa”.

Quanto può durare e quali complicazioni può portare?

“Questa condizione patologica si può manifestare con due diversi atteggiamenti della madre nei confronti del bambino: un eccesso di preoccupazione e cure nei suoi confronti o un atteggiamento di totale trascuratezza con possibili ripercussioni negative sulla cura del bambino e sul legame d'amore che inizia a costruirsi sin dai primi momenti di contatto con lui. Ciò che vive la neomamma in questo periodo delicatissimo avrà inevitabilmente influenze sulla relazione madre-bambino e sullo sviluppo psicofisico del bambino”.

Quali sono le cause?

“Non sono ancora chiare le cause della depressione post partum. Probabilmente intercorrono vari fattori che vanno dai bruschi cambiamenti ormonali durante la gravidanza e dopo il parto, alla stanchezza legata alla cura del neonato. Da tenere in considerazione sono anche gli aspetti psicologici, caratteriali e sociali, come la mancanza di sostegno familiare ed eventi stressanti di varia natura”.

Che differenza c’è tra depressione post partum, Baby Blues e psicosi puerperale?

“Troppo spesso si confonde la depressione post partum con una condizione di disagio interiore molto frequente nelle neomamme, definita Baby Blues. Il Baby Blues non è una patologia, ma un lieve e transitorio disturbo della sfera emotiva che coinvolge fino all' 80% delle donne, ed insorge nei primi giorni dopo il parto. Si manifesta con un senso di tristezza e malinconia, accompagnato da una facile tendenza al pianto, stanchezza e ansia, sintomi che tendono a scomparire entro qualche settimana. Al polo estremo abbiamo la psicosi puerperale, fortunatamente molto rara, i cui sintomi rientrano nella sfera psicotica, includendo deliri e allucinazioni che riguardano il bambino e che possono sfociare, in casi particolarmente gravi, in suicidio e/o infanticidio. La donna con psicosi puerperale è totalmente inconsapevole del suo stato e le cure sono soprattutto di tipo farmacologico”.

Qual è la terapia? Come deve essere affrontata una depressione post partum?

“Il primo passo per affrontare la depressione post partum, così come anche il più lieve Baby Blues, è raggiungere la consapevolezza del proprio stato emotivo e non avere paura di chiedere aiuto. Bisogna lasciare emergere i sensi di colpa e la vergogna legati all’incapacità fisiologica di raggiungere quell’ ideale di "mamma perfetta", sempre contenta, efficiente e capace. La nascita di un bambino non è accompagnata solo da sentimenti positivi, quali felicità, gioia e amore, ma anche da sentimenti negativi quali paura, rifiuto e dolore. E' importante lasciar fluire queste emozioni per poterle affrontare e superare, così come è importante parlare liberamente in famiglia e con gli amici del proprio stato psicologico per ricevere da loro supporto e sentirsi meno sole. Un percorso di psicoterapia in questi casi aiuta ad elaborare meglio tutti i vissuti emotivi della neomamma”.

Esistono dei rimedi fai da te?

“Si consiglia alla neomamma di seguire una buona e sana alimentazione, stare il più possibile all'aria aperta, chiedere aiuto al partner o ai familiari nelle faccende domestiche e nella cura del neonato, ritagliarsi un po' di tempo per sé, andando, ad esempio, dal parrucchiere o uscendo con le amiche. Imporsi questi momenti permette di alleggerire la giornata e sentirsi più serene. Serenità di cui beneficiano tutti, bambino e partner compresi”.

E’ possibile prevenirla?

“Sì ma bisogna agire su più livelli: personale e familiare, ma anche sociale e culturale. Se si manifesta una forma di depressione post partum, la neomamma dovrà parlarne subito con il partner, amici e familiari, già dai primi segnali. Il supporto pratico ed emotivo del padre del bambino e della famiglia sono fondamentali. La gravidanza e il parto sono eventi sempre più medicalizzati, in cui la gravidanza è vista come un involucro contenente un feto da analizzare e controllare. Tutto ciò comporta un aumento nelle gestanti di ansie e paure relative al parto e a quello che accadrà dopo. E' necessario, quindi, “umanizzare” la gravidanza e il parto, in modo che la donna diventi sempre di più parte attiva e centrale, protagonista vera di questo evento così importante. Si consiglia, inoltre, alla neomamma di frequentare corsi preparto, dove viene dato ampio spazio all’espressione delle emozioni, delle ansie e delle paure: questi corsi le consentiranno di arrivare al parto più preparata e consapevole. Si consiglia, infine, di proseguire con il supporto professionale anche dopo il parto, quando la neomamma ed il neopapà ritornano a casa con il loro bimbo (probabilmente il momento più delicato). Avere un sostegno esterno lungo questo percorso può aiutare a prevenire o a riconoscere subito i segnali di una possibile insorgenza di baby blues, di depressione o di una psicosi post partum, evitando che queste si evolvano in forme più gravi”.


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