Salute

Colite ulcerosa, cosa mangiare? Risponde la nutrizionista

“Essendo una patologia caratterizzata da forte diarrea, sono sconsigliati gli alimenti contenenti troppe fibre. Bisogna aumentare il consumo di pesce e di semi di lino per ridurre l’infiammazione”. L’intervista alla dott.ssa Ester Brucci

Dott.ssa Ester Brucci

La colite ulcerosa (o rettocolite ulcerosa) è un’infiammazione cronica dell’intestino che può riguardare il retto e in alcuni casi anche il colon. Il principale sintomo è la diarrea, in cui spesso può essere presente del sangue (causato dalle ulcere) o muco, associata a crampi e dolori addominali. Nei casi più gravi è possibile soffrire di febbre e di disidratazione, in presenza di questi sintomi è necessario il ricovero urgente. Si tratta di una patologia invalidante che può deteriorare la qualità della vita di chi ne soffre e impedire il normale svolgimento dell’attività lavorativa. Le cause riconducibili alla colite ulcerosa non sono ben chiare. Oltre allo stress, si ipotizzano fattori ambientali come batteri intestinali che possono attaccare il sistema immunitario e interessare anche l’intestino. La mancata cura della colite ulcerosa può provocare nel tempo danni irreversibili alle cellule dell’intestino e un possibile sviluppo di lesioni cancerose, per questo è importante tenerla sotto controllo. Essendo una malattia cronica, si può bloccare o tentare di ridurre l’infiammazione intestinale mantenendo integra la mucosa intestinale. In che modo? L’alimentazione gioca un ruolo fondamentale nella prevenzione della malattia e nella riduzione dell’infiammazione. Ma quali sono i cibi consigliati e quelli sconsigliati a chi soffre di questa patologia? NapoliToday lo ha chiesta alla dott.ssa, biologa nutrizionista, Ester Brucci.

Dott.ssa Brucci, cos’è la rettocolite ulcerosa?

“La rettocolite ulcerosa è una malattia infiammatoria cronica che provoca infiammazione e ferite (ulcere) sulla superficie interna del retto e del colon. Le lesioni ulcerose sono responsabili dei danni alle cellule che rivestono la parete del colon. L’andamento della malattia è caratterizzato dall’alternarsi di episodi acuti seguiti da periodi di remissione clinica”.

Con quali sintomi si manifesta?

"In alcuni casi sono presenti delle manifestazioni extra-intestinali: artralgie e artriti localizzate sia alla articolazioni periferiche che alla colonna vertebrale, manifestazioni dermatologiche come noduli sottocutanei, arrossati e dolenti, o lesioni purulente che tendono ad ingrossarsi, localizzate spesso agli arti inferiori. Altri sintomi sono affaticamento e stanchezza, perdita di peso, diminuzione dell’appetito e malnutrizione. In altri casi, la sintomatologia si presenta con numerose scariche di feci liquide con sangue, disidratazione e febbre”.

Ci sono soggetti più a rischio?

“Può colpire persone di qualsiasi età, ma in genere si presenta per la prima volta tra i 15 e i 30 anni oppure, meno frequentemente, tra i 50 e i 70 anni. Colpisce con uguale probabilità uomini e donne. Ci sono dei soggetti che sono predisposti geneticamente. Anche fattori ambientali, come l’alterazione della popolazione batterica, il fumo, il consumo di alcol e una dieta ricca in grassi ma povera di fibre possono predisporre a tale patologia”.

Come si cura questa patologia? Che contributo può dare l’alimentazione?

“C’è una terapia farmacologica da seguire che mira a spegnere l’infiammazione. Si avvale di farmaci antidolorifici e antinfiammatori che impediscono le complicazioni nella fase acuta, e aiutano il paziente a tenere sotto controllo i sintomi nella fase cronica. La terapia farmacologica deve essere accompagnata da un regime alimentare sano e bilanciato che comprende l’assunzione di alcuni cibi e l’eliminazione di altri. Bisogna, inoltre, bere molto per bilanciare la quantità di liquidi persi”.

Quali sono i cibi sconsigliati e perché?

“Essendo una patologia caratterizzata da forte diarrea, sono sconsigliati gli alimenti contenenti troppe fibre, come frutta con la buccia e cereali integrali. Sono da evitare i legumi, per gli effetti osmotici intestinali che creano (richiamano acqua). Si devono ridurre o, addirittura, eliminare alimenti a base di lattosio, come latte, formaggi freschi e gelati, perché promotori della peristalsi intestinale. Bisogna, infine, abolire cibi che vanno ad irritare la mucosa come spezie, cibi piccanti (pepe, peperoncino, curry, noce moscata), alcolici, bevande gassate, thè (ammesso quello deteinato), caffè (ammesso quello decaffeinato) e cioccolato".

Quali sono, invece, i cibi consigliati e perché?

“Bisogna aumentare il consumo di pesce e di semi di lino per riequilibrare il rapporto tra Omega 6 e Omega 3 e sfruttare a pieno la loro benefica azione antinfiammatoria. Bisogna favorire l’utilizzo di carboidrati complessi che incrementano la flora batterica intestinale per favorire una regressione della patologia. Inoltre, nei casi di diarrea mucoematica che favorisce il malassorbimento nutrizionale, potrebbe rendersi necessaria l'integrazione vitaminica associata a sali minerali (soprattutto magnesio e potassio)".



Si parla di