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Al Kju Festival in scena “redFrida”

La seconda settimana di spettacoli del Kju Festival comincia venerdì 24 giugno, sempre alle 21.00, quando il palco del Nuovo Teatro Sanità ospiterà redFrida, in scena l'attrice Sara Saccone, la danzatrice Ilaria Di Vicino e la voce registrata di Giovanna Marziano, video installazione, musiche originali e regia di Ciro Pellegrino. La performance visiva, inframezzata da momenti recitati, di cui alcuni registrati e altri dal vivo, è ispirata alla vita e all’arte di Frida Kahlo. 

RedFrida è un progetto artistico ideato e diretto da Ciro Pellegrino, che fa interagire la video arte con la danza e la recitazione teatrale. Il lavoro è ispirato alla vita e all’arte di Frida Kahlo, scandita in nove quadri, ossia i momenti più emblematici della sua esistenza: L’incidente, Il coma, La rinascita, L’Amore, Il suo stato fisico, La colonna spezzata, I colori della sua anima, L’aborto, Un cuore che pulsa, Il ritorno. La celebre pittrice messicana, nata nel 1907 a Coyoacán, ebbe una vita intensa e crudele. Costretta a lunghi periodi d’immobilità a causa di un incidente in autobus che le fratturò la spina dorsale, Frida si dedicò da autodidatta alla pittura.

La disabilità non fermò il carattere forte della donna che si dedicò all’arte e alla politica. Le sue opere sublimano il dolore fisico che l’accompagnò sempre, attraverso un linguaggio del tutto personale che fonde elementi surreali e dal gusto naïf in un realismo violento e visionario al tempo stesso. Nel 1929 la Kahlo sposò il pittore Diego Rivera. Il loro rapporto, passionale e tormentato, fu caratterizzato dai continui tradimenti di lui, a cui seguirono varie esperienze extraconiugali, alcune omosessuali, da parte di lei. Ma la sofferenza più acuta fu rappresentata dall’aborto che la donna subì. Echi di quell’evento furono raccolti dalla sua pittura. Nel 1954 giunse la morte, nella stessa casa dove era nata, in seguito trasformata in un museo in suo onore. Le sue ultime parole furono: «Aspetto felice la partenza e spero di non tornare mai più».


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