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Lo Showcase di Diodato

la copertina dell'ultimo album di Diodato

Mercoledì 26 marzo, alla Fonoteca Napoli, c'è lo Showcase di Diodato

Reduce dal successo del singolo "Babilonia",  che ha sfiorato la vittoria a Sanremo giovani, Diodato ha collezionato gli apprezzamenti da ambiti trasversali, Paolo Virzì (in qualità di Presidente della Giuria di qualità del Festvial di Sanremo) lo ha definito un "genio", il brano è stato trasmesso da oltre 100 radio in tutta Italia.
Conseguentemente è stato pubblicato l'album "E forse sono pazzo", e anche questo non è passato di certo inosservato. Infatti con questo disco, Diodato si è aggiudicato il premio Deezer come miglior artista dell’anno.

Nell'ultimo lavoro di Diodato, c’è pathos, potenza, emozione, suoni acustici che ricordano i dischi di un tempo uniti al brit-pop, che s’inseriscono alla perfezione nella nostra tradizione italiana cantautoriale. È stato detto che la sua voce ricorda quella di Giuliano Sangiorgi dei Negramaro ma lui si sente piuttosto lontano da certi paragoni: «In realtà ho cominciato ascoltando la musica anglosassone», ci spiega, «e per anni ho avuto come sveglia The Wall dei Pink Floyd. Funzionava malissimo: perché dopo l’urlo iniziale diventava poi una colonna sonora perfetta per i miei sogni, quindi mi svegliavo alla fine del disco. Col passare del tempo, con la maturità, ho cominciato ad apprezzare cose diverse. Mi sento profondamente italiano e amo particolarmente la musica anni 60, artisti come De Andrè, Tenco, Modugno e anche Mina. Mi piacerebbe tanto poter fare, un giorno, qualcosa che ricordi quei suoni, quel modo di lavorare e di arrangiare i pezzi».

Con Diodato, Il rock Italiano adesso ha un nuovo cantautore che, con la sua opera prima, è riuscito a sintetizzare la melodia del bel paese con il graffio del rock d’oltremanica.


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