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Gli autografi di Leopardi in mostra a Napoli per le Giornate Europee del Patrimonio

Tra le opere esposte “Il tramonto della luna", l’ultimo canto prima della morte, scritto da Giacomo Leopardi nel 1836 nella Villa ai piedi del Vesuvio, dove era ospite, curiosità come il menù di cibi scritto da Leopardi per il cuoco di Villa Ferrigni; le lettere scritte al padre ed alla madre, che presentano la dimensione più intima e privata del poeta; la Ginestra nell'autografo di Antonio Ranieri, a cui il poeta ormai gravemente malato dettò gli straordinari versi. Nello spirito dell’edizione 2020 delle Giornate Europee del Patrimonio, dedicate alla formazione promossa  attraverso il patrimonio culturale, la Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli propone, appunto, domenica 27 settembre (ore 10-14)  una significativa scelta di autografi di Giacomo Leopardi, privilegiando le opere del periodo napoletano.

E', infatti, incentrata sulla Storia di Napoli, sulla sua cultura ed iconografia, l'apertura straordinaria museale e bibliografica della Biblioteca napoletana, il percorso di visita conduce i visitatori attraverso le  storiche sale  splendidamente affrescate, destinata dai Borbone a Saloni delle feste, tra storia e memoria: la narrazione affidata a preziosi manoscritti, pregiate incisioni, codici  di straordinaria fattura,  prende corpo dalla  monumentale opera seicentesca, di alto interesse scientifico, del noto cartografo Mario Cartaro e di Antonio Stigliola famoso erudito e scienziato nolano, con le splendide immagini del Regno di Napoli, si prosegue attraverso le strade e le Vedute della Napoli del seicento nelle perfette  incisioni di Cassiano de Silva, per poi addentrarsi nella vita popolare a Napoli nell’ottocento raffigurata dal pittore svedese Carlo Lindström, testi rari e preziosi, significativi della rilevanza del ricco patrimonio conservato nella biblioteca napoletana, che mostrano l’importanza scientifica e la varietà di saperi dei fondi della biblioteca. Ai testi originali saranno affiancate le  riproduzioni anastatiche di alcuni dei manoscritti, cartine geografiche, incisioni e litografie che i visitatori potranno sfogliare per conoscere e vivere l’emozione che le opere antiche ci tramandano nel presente.

Le suggestive immagini del diplomatico, britannico sir William Douglas Hamilton, appassionato vulcanologo, ambasciatore inglese a Napoli, dove assistette alle eruzioni del Vesuvio del 1777 e del 1779, autore insieme al pittore Pietro Fabris, di  “Campi Phlegraei”, un’opera grandiosa  in due volumi. Ci preparano a vivere l’emozione di affacciarsi dalle terrazze prospicienti il mare, con vista mozzafiato sul golfo di Napoli dominato dal Vesuvio.

L’ingresso  in biblioteca (gratuito)  sarà consentito esclusivamente su PRENOTAZIONE  ed IN SICUREZZA a piccoli gruppi.  E’ obbligatorio l’uso delle mascherine.​


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