Economia

Auchan via Argine, la disperazione dei 158 lavoratori a rischio

Un brutto regalo di Pasqua per i 158 lavoratori dell'Auchan di via Argine. Martedì 3 aprile, sono stati convocati dalla direzione per la lettura di una mail, inviata dalla proprietà. Il messaggio era chiaro: il rapporto di lavoro era da ritenersi concluso dal 30 aprile. 

Una doccia gelata per i dipendenti, che hanno immediatamente dichiarato lo stato di assemblea permanente negli uffici dei piani superiori. E da 4 giorni sono chiusi in quelle stanze, in attesa di conoscere il loro futuro. Un futuro nebuloso perché, a quanto raccontano i delegati sindacali, oltre quella mail l'azienda non ha inviato alcuna comunicazione ufficiale. Come se non bastasse, nei centi incontri con i vertici non era mai stato fatto nessun cenno sulla chiusura del Centro. 

Ombre anche sull'annunciata cessione del ramo d'azienda a nuovi propietari di cui, a 20 giorni dalla data fatidica, non si conosce l'identità. "La continuità occupazionale è garantita" ha dichiarato l'azienda in una nota, senza però spiegare come. 

Sono stanchi e disperati i 158 lavoratori dell'Auchan, 200 se si considera anche l'indotto. Tra loro, ci sono molti monoreddito, come Lisa, vedova da 23 anni: "Ho cresciuto e fatto laureare un figlio da sola, con un part time, a furia di sacrifici, di turni nei giorni di festa. Ho dato tantissimo a questa società. E adesso ci trattano così". 

I dipendenti hanno ottenuto la solidarietà di Comune e Regione, che al momento rappresentano un atto formali piuttosto che un deterrente sostanziale. La storia dell'Auchan di via Argine sembra maledetta. Nato dopo anni di battaglie legali, ha aperto i battenti nel 2010 con 300 lavoratori. Già dopo 18 mesi a circa la metà non venne rinnovato il contratto. 

Ora, in quegli uffici, alle cui finestre è stato appeso un lenzuolo con scritto "Vergogna", ci sono le storie di altre 158 famiglie, in attesa di conoscere il loro destino.


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