Cultura

Le statue di Palazzo Reale: la storia degli otto re del Plebiscito

Tra imprese storiche e un divertente racconto popolare che li riguarda

Piazza Plebiscito, da un lato chiusa dal Palazzo Reale e dall'altra dalla Basilica di San Francesco di Paola, è certamente la piazza più caratteristica di Napoli. Al di là di una lunga e contesa storia – a partire dal nome, "del Plebiscito" dopo l'unificazione d'Italia ma prima "Largo di Palazzo" – la sua presenza fissa negli itinerari turistici partenopei ha fatto sì che venisse messa al centro di piccole usanze e storie.

Le sculture sono state volute nel 1888 dal re Umberto I.

CONTINUA - GLI OTTO RE

Ma quali sono i regnanti raffigurati all'esterno del Palazzo Reale? In tutto otto. Partendo da sinistra rispetto alla facciata del palazzo, sono queste: Ruggero il Normanno, Federico II di Svevia, Carlo I d’Angiò, Alfonso V d’Aragona, Carlo V d’Asburgo, Carlo III di Spagna, Gioacchino Murat ed infine Vittorio Emanuele II.

Ruggero II, detto il Normanno, nacque a Mileto il 1095 e morì a Palermo nel 1154. Successore di Ruggero I di Sicilia della dinastia degli Altavilla, fu conte di Sicilia dal 1105 e re di Sicilia, Puglia e Calabria dal 1130 al 1154. Unì sotto un unico regno tutte le conquiste normanne in Italia meridionale, ed è passato alla storia come l'organizzatore di un governo efficiente e centralizzato.
(foto di Raffaespo, CC BY-SA 3.0, Wikimedia Commons)

Federico di Hohenstaufen, Federico II di Svevia, nacque a Jesi nel 1194 e morì nel 1250. Fu re di Sicilia, Duca di Svevia, Re dei Romani, poi Imperatore del Sacro Romano Impero e re di Gerusalemme. Vennero prodotti su di lui una lunga serie di miti e leggende popolari, positivi e negativi. Persona di una cultura sconfinata, regnò attraverso una forte attività legislativa e di innovazione artistica e culturale.

(foto di Raffaespo, CC BY-SA 2.5, Wikimedia Commons)

Carlo I d'Angiò nacque invece a Parigi nel 1226, e morì nel 1285. Conte d'Angiò e del Maine, conte di Provenza e di Forcalquier, fu re di Sicilia, re di Napoli, principe di Taranto, re d'Albania, principe d'Acaia e re di Gerusalemme. Era il figlio del re di Francia Luigi VIII, nonché fratello del successore Luigi IX. Conquistò il Regno di Sicilia sconfiggendo l'ultimo degli svevi, Manfredi di Sicilia.

(foto di Raffaespo, CC BY-SA 2.5, Wikimedia Commons)

Alfonso di Trastámara, detto il Magnanimo, divenne re Alfonso V di Aragona. Nacque a Medina del Campo nel 1394 e morì proprio a Napoli, nel 1458. Principe spagnolo della casa di Castiglia, fu re di Napoli dal 1442 al 1458, capostipite del ramo aragonese partenopeo. Conquistò il Regno di Napoli, e nella capitale stabilì la propria corte, da lì fulcro della Corona d'Aragona.

(foto di Raffaespo, CC BY-SA 2.5, Wikimedia Commons)

Carlo V d'Asburgo, nato nel 1500 e morto nel 1558, è stato Imperatore del Sacro Romano Impero come Carlo V, Re di Spagna, Re di Sicilia, Re di Sardegna come Carlo I, Re di Napoli come Carlo IV, e Duca di Borgogna come Carlo II. Passò per Napoli una delle più importanti figure della storia europea, padrone di un impero talmente vasto che su di esso – la frase gli viene attribuita – “non tramontava mai il sole”.

(foto di Raffaespo, CC BY-SA 2.5, Wikimedia Commons)

Carlo Sebastiano di Borbone nacque nel 1716 e morì nel 1788. Fu duca di Parma e Piacenza, re di Napoli e di Sicilia (sarebbe stato Carlo VII di Napoli ma non usò l'ordine), e fu poi re di Spagna con il nome di Carlo III. È passato alla storia come monarca illuminato.

(foto di Raffaespo, CC BY-SA 2.5, Wikimedia Commons)

Gioacchino Murat (1767-1815) fu generale francese, re di Napoli e maresciallo dell'Impero con Napoleone Bonaparte. Di origini non nobili, divenne cognato di Napoleone Bonaparte sposando Carolina Bonaparte, sua sorella minore. Nel 1808 Napoleone lo nominò re di Napoli dopo aver sottratto il trono ai Borbone e dopo il passaggio di Giuseppe Bonaparte a re di Spagna. Il nuovo re di Napoli, “Gioacchino Napoleone”, fu ben accolto: per la presenza, il carattere, il coraggio, il gusto e molti aspetti del suo governare.

(foto di Raffaespo, CC BY-SA 2.5, Wikimedia Commons)

A Vittorio Emanuele II è infine dedicata la statua più grande ma anche più discussa. Di fatto il titolare del trono Savoia non fu re di Napoli, data l'annessione del regno al neonato Regno d'Italia.

(foto di Raffaespo, CC BY-SA 2.5, Wikimedia Commons)
CONTINUA - LE STATUE EQUESTRI E LA LORO LEGGENDA

Anche le due statue equestri di Canova – quelle che "il gioco" vorrebbe si riuscisse ad attraversare ad occhi chiusi – rappresentano due regnanti, ovvero Carlo di Borbone e Ferdinando I (la cui figura del re è stata realizzata da Antonio Calì).

Oltre "all'impossibile" attraversamento da bendati delle statue equestri di Antonio Canova (ne abbiamo parlato qui), esiste un irriverente racconto sulle ultime quattro statue all'esterno del Palazzo Reale. Il racconto è più o meno questo. Carlo V D’Asburgo indicando una pozza d’acqua a terra esclamò: “Chi ha fatto pipì per terra?”. Carlo III quindi rispose: “Io non ne so niente”. Mentre Gioacchino Murat ribatté: “Sono stato io e allora?”. Tutto finisce con l'intervento di Vittorio Emanuele II: “Ora te lo taglio!”. Un'interpretazione tutta particolare della mimica delle statue, volta soprattutto a schernire e ad avvicinare i regnanti raffigurati.


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