Da dove proviene il detto “Facimmo ammuina”?
La nota espressione napoletana viene utilizzata per ordine “letteralmente” di fare confusione con l'obiettivo di ottenere dei vantaggi
Perchè si dice “Facimmo ammuina”? A spiegarcelo è il libro “Come se penza a NNapule. 2500 modi di dire napoletani", commentati da Raffaele Bracale e a cura di Amedeo Colella.
Letteralmente significa “facciamo confusione”. E’ l’invito a creare il disordine nel quale si possa mestare al fine di conseguire dei vantaggi. La locuzione in epigrafe, sia pure nella forma “facite ammuina” dai soliti disinformati e bugiardi storici postunitari, si ritiene essere stato addirittura il titolo di un articolo di un preteso regolamento della Real Marina Borbonica del 1841, articolo nel quale si sarebbero indicati i vari modi di “fare ammuina”. Si tratta chiaramente di una voluta sciocchezza tesa a denigrare l’organizzazione e la valentìa della marineria di Francesco II di Borbone. Il predetto fantasioso articolo recitava: "All’ordine “Facite Ammuina”: tutti chilli che stanno a propra vann’ a poppa e chilli che stann’ a poppa vann’ a propra, chilli che stann’a destra vann’ a sinistra e chilli che stann’ a sinistra vann’ a destra, tutti chilli che stanno abbiscio vann’ ncoppa e chilli che stanno ncoppa vann’ bascio passann’ tutti p’o stesso preteso, chi nun tiene nient’ a ffà, s’aremeni a ccc e a llà”.
L’articolo, trascritto così come è stato trovato in rete (con tutti gli orrori di ortografia, ecc.), è stampato su di un evidentemente falso proclama reale recante lo stemma borbonico. E’ chiaro che si tratti di un falso articolo pensato e vergato dal suo fantasioso autore, con ogni probabilità filosavoiardo, in lingua italiana e poi tradotto, seppur in modo sciatto e approssimativo, nell’idioma napoletano, cosa che si evince, tra le altre cose, dal fatto che nell’articolo (presunto napoletano) si parla di destra e sinistra, laddove è risaputo che i napoletani, anche i colti, usavano dire dritta e manca. Il “Facite ammuina” è, quindi, un autentico falso storico, in quanto non è mai esistito un documento con questo titolo facente parte del regolamento dell'Armata di Mare (il vero nome della Marina Militare) del Regno delle due Sicilie.