Cultura

San Giorgio dei Genovesi, da chiesa a cappella universitaria

In via Medina, ricca di opere d'arte, non ospita più funzioni religiose ma è stata concessa in comodato dalla Curia all'Università Parthenope

Foto di Chiara Di Martino

È conosciuta con due differenti nomi: San Giorgio dei Genovesi e San Giorgio alla Commedia Vecchia, ed è la chiesa cinquecentesca che si erge nel centro storico di Napoli, in via Medina, di fronte alla chiesa della Pietà dei Turchini e poco più avanti della chiesa di Santa Maria dell’Incoronata. Il primo nome deriva dal fatto che la chiesa fu utilizzata a lungo dalla fiorente comunità di mercanti genovesi residenti in città, che inizialmente si erano insediati in una piccola chiesa sotto l’infermeria di Santa Maria La Nova, poi rivelatosi troppo angusto; la scelta fu fatta anche per eguagliare i veneziani che avevano avuto l'esclusiva di un patronato esercitato presso l'ambasceria veneta a Spaccanapoli.

Più antico l’altro nome, originato dal fatto che la chiesa era stata costruita sul luogo dove un tempo c’era l'antico Teatro della Commedia Vecchia (per distinguerlo da un altro teatro posto di fronte). Si eleva sopra una gradinata, realizzata all'inizio del XVII secolo da Bartolomeo Picchiatti occupando lo spazio ricavato della distruzione della vecchia chiesa, del teatro e di un ospedale diroccato. Interno a croce latina con navata unica (la superficie totale interna è di 644 metri quadrati), con transetto ed un coro poligonale, ha accolto numerose opere d’arte, la più celebre delle quali è un dipinto di Battistello Caracciolo, “Sant'Antonio risuscita un morto”, nel quale si tocca con mano l’influenza che Caravaggio ha avuto sulla pittura napoletana.

La più celebre ma non l’unica, visto che la chiesa ospita anche gli affreschi di Giacomo Cestaro nella terza cappella a destra (risalenti al 1770), il dipinto “San Giorgio che uccide il drago” di Andrea da Salerno ed altri, nell'abside, l’unica rimasta all’interno: molte altre opere sono state poi trasferite in altre strutture. Sul portale c’è un finestrone al di sopra del quale lo stemma della città di Genova è retto da due grifoni, opera del '600. Chiusa all'ufficio del culto cattolico, è stata concessa in comodato dalla Curia all’Università Parthenope, e qui si svolgono oggi attività diverse, dalla didattica a convegni e mostre fino alle sedute di laurea.


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