Cultura

"Non serve la castrazione per avere una voce da soprano"

Lo dimostra il professore Ugo Cesari in una conferenza al Conservatorio San Pietro a Majella. "Con la pubertà l'uomo perde due toni acuti e ne sviluppa cinque gravi. Ma con l'allenamento si può arrivare a cantare come una donna"

Molto interessante la conferenza organizzata dal Conservatorio di Napoli San Pietro a Majella, dal titolo "Voce dei castrati tra mito e realtà". Nell'ambito della sempre più stretta collaborazione tra l'istituto di studi musicali partenopeo e il Museo delle Arti Sanitarie degli Incurabili, il professor Ugo Cesari (foniatra e professore di riabilitazione della voce cantata all'Università Federico II) ha voluto sfatare alcuni miti sui castrati, coloro che fino al 18esimo secolo venivano evirati perché cantassero come donne. Anche grazie al ritrovamento di alcuni documenti nell'Archivio del Conservatorio, Cesari ha dimostrato che gli eunuchi venivano letteralmente commerciati fino al XVIII secolo, acquistati dai Conservatori e qui, protetti, ben nutriti, spesso diventavano 'mastricelli': insegnavano canto. 


Spiega Cesari: "Non solo attraverso la castrazione l'uomo può riprodurre la voce femminile. Dopo la pubertà le corde vocali perdono due o tre toni acuti, ne acquistano cinque o sei gravi. In realtà si tratta di un'inezia, tanto è vero che non di rado gli uomini hanno la stessa voce che avevano da bambini. Con l'allenamento si può avere una voce da soprano", ha dimostrato Cesari con l'aiuto di alcuni video che riprendono da vicino, con l'ausilio di luci stroboscopiche, le cordi vocali dell'uomo e l'intervista a un "male soprano" italiano. 


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