Cronaca

Pecoraro Scanio: "Il mio no al vitalizio regionale"

L'intervista al presidente della Fondazione Univerde sulle polemiche di questi giorni riguardo la pubblicazione dei beneficiari dei vitalizi della Regione Campania

Alfonso Pecoraro Scanio già ministro dell'Agricoltura e dell'Ambiente, oggi insegna alle università di Milano Bicocca e Roma Tor Vergata nelle lauree magistrali di turismo e sviluppo locale. Presiede la fondazione Univerde e, da pochi mesi, il comitato scientifico della fondazione Campagna Amica. Da giovanissimo, dopo essere stato consigliere e poi assessore del comune di Salerno, fu eletto a Napoli nel 1990 consigliere regionale della Campania dove rimase fino al 1992, anno in cui fu eletto, per la prima volta, in Parlamento. Sempre con i Verdi unico partito per cui ha militato. Nel 1995, da deputato, si ricandidò e fu rieletto in Consiglio Regionale, ma poi lasciò per seguire i lavori parlamentari. Oggi, che sono di grande attualità le critiche ai vitalizi dei consiglieri regionali e ancora di più quelle ai cumuli con altri vitalizi, tra gli elenchi degli ex consiglieri regionali campani beneficiari non risulta il suo nome.

Come mai?
Semplice, non ho mai riscattato gli anni della mia prima consiliatura regionale del 1990 e non ho incardinato la mia seconda elezione del 1995. Rinunciai subito non restando in carica qualche mese per acquisire qualche stipendio e vari diritti perchè quando fui eletto in Parlamento a 33 anni pensavo solo a come affrontare al meglio la nuova esperienza e non a come sistemarmi. Avrei potuto farlo in seguito ma vi ho sempre rinunciato perché sono contrario al cumulo delle pensioni, come adesso sono chiamati i vitalizi. Ricordo che, una volta deputato, sospesi anche l'attività di avvocato che nel frattempo avevo avviato, appena laureato, ereditando lo studio di mio padre, a causa della sua morte prematura. Pensavo giusto a dedicarmi esclusivamente all'impegno istituzionale come poi ho fatto.

Se avesse riscattato entrambe le consiliature oggi avrebbe diritto a circa 4.000 euro netti al mese...
Se è per questo nel 2004 fui eletto anche al Parlamento Europeo e anche allora rinunciai subito a favore di chi era dietro senza incardinare il diritto a riscattare un altro vitalizio

Stupisce che oggi non si riesca ad eliminare il cumulo di più pensioni o vitalizi. Lei è contro i vitalizi o solo contro il cumulo?
Io semplicemente mi sono sempre candidato nelle istituzioni per fare delle leggi e portare avanti delle idee con la forza in più dell'incarico ricoperto cercando di ottenere risultati concreti come la riforma dell'agricoltura o il lancio delle rinnovabili per fare esempi noti.
Del resto se volevo fare carriera politica nel 1984 non avrei contribuito a costituire i Verdi. I partiti che potevano darti prospettive di carriera erano Dc, Pci o Psi. Non cercavo un "posto di lavoro" perché l'attività professionale, grazie anche alla credibilità lasciata da mio padre e alla mia abitudine ad impegnarmi, andava bene. E solo pochi anni fa ho scoperto di essere stato uno dei pochissimi parlamentari a sospendere la professione. Con il senno di poi non mi pento di averlo fatto perché mi sono dedicato, senza risparmiarmi, a battaglie in cui ho creduto e continuo a credere profondamente. Affrontando lobby molto aggressive e subendo, forse, qualche torto di troppo.

Ma Lei riceve comunque il vitalizio da deputato di circa 5.000 euro netti dopo gli ultimi tagli. È giusto? E Come mai due consiliature in Campania valgono circa 4.000 euro e invece 5 legislature alla Camera poco di più?
Come Le ho detto se avessi pensato ai privilegi avrei fatto altre scelte. Rispondo con piacere alla sua prima domanda. Il vitalizio che ricevo da deputato deriva da 25 anni di contributi versati e non è cumulato con niente altro. E credo, inoltre, che nel caso di chi sospende davvero la propria attività professionale e si dedica solo al servizio delle istituzioni esiste  una logica che non va però forzata.
Altrimenti solo i dipendenti, pubblici o privati, che mantengono posto e pensione, o i ricchi e gli stipendiati dalle lobby potrebbero dedicarsi ad incarichi pubblici.

A proposito Lei farà ricorso contro i tagli come hanno fatto molti suoi colleghi?
Assolutamente no. Io mi adeguerò alle leggi. E vedo che anche le proposte più "anticasta" tutelano chi davvero ha lavorato in Parlamento per anni rinunciando alla propria attività privata e versando tanti contributi, tali da giustificare anche un calcolo contributivo come avviene per tutti, al posto di quello retributivo che risulta oggi meno equo.

Lei ha sostenuto pubblicamente il M5S votandolo fin dal 2013 e non è il solo titolare di vitalizio vicino al movimento. Come mai questa scelta?
Con Beppe Grillo c'è una collaborazione che dura da ben prima della nascita del M5S. Mi sostenne nel referendum contro gli elettrodotti, nel 2004 ci aiutò con un suo video alle Europee quando fui eletto. Da ministro dell'ambiente lottai per bloccare il Cip6 e Beppe mi aiutò con un Post sul suo Blog. Grillo, tra l'altro, fu anche l'unico nel 2008 a difendermi contro le lobby degli inceneritori, in piena emergenza rifiuti creata ad arte. Nel 2013 votai alla Camera M5S perché sono ecologisti e al senato scelsi Sel dove la capolista era Loredana De Petris una ambientalista storica. Alle Europee votai per un eurodeputato M5S, Dario Tamburrano, che ha fatto approvare norme contro le fonti fossili e per le rinnovabili. Oggi il M5S resta un movimento ecologista e, pur vedendone difficoltà e contraddizioni, sui temi dell'ambiente tiene duro. Dal NoOgm al no alle trivellazioni, dal no ai trattati tipo Ttip e Ceta ai tanti Sì di qualità per un nuovo modello di vita.
Come prima non mi candidavo pensando agli stipendi ora non voto pensando a me ma ad un futuro sostenibile per il nostro Paese e per il nostro pianeta. Io continuerò a sostenere chi sarà credibile su questi temi.


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