Cronaca

La storia di Cutolo ep.2 – Lo scontro con Zaza e i rapporti con la 'ndrangheta

La decisione di imporre una tangente sul contrabbando di sigarette. La benedizione della 'ndrangheta e lo scontro con Michele “'o pazzo”

Michele Zaza a Marsiglia (Foto Ansa)

A Napoli Cutolo si scontra con gli interessi di un altro personaggio “illustre” di quegli anni. In qualche modo il suo alter-ego nella fazione contrapposta. Si tratta di Michele Zaza, alias “'o pazzo”, re indiscusso del contrabbando di sigarette a Napoli, da Santa Lucia a San Giovanni a Teduccio. È quasi coetaneo di Cutolo, vive in una lussuosa villa a Posillipo1 e ha legami con le famiglie mafiose dei Bontade, dei Greco di Ciaciulli e con Tano Badalamenti2. Come detto in precedenza, Zaza investe i soldi di Cosa Nostra nel contrabbando e questo gli permette un sostanziale controllo di tutti i traffici nella dorsale tirrenica3. Per la mafia non si occupa solo del traffico di sigarette ma comincia ad allargarsi alla droga nel momento in cui a Palermo capiscono che sfruttando il controllo delle acque acquisito si possono guadagnare molti più soldi con cocaina, eroina ed hashish.

I rapporti con la mafia e la 'ndrangheta

Nell'agosto del ‘79 Zaza sfugge alla cattura e, nell'appartamento, dove viene ospitato i carabinieri trovano mezzo chilo di cocaina, 50 milioni di lire ed un dossier su traffico di droga di decine e decine di miliardi4. In Campania ha nella famiglia Nuvoletta di Marano uno dei principali alleati essendo anche loro legati a Cosa Nostra e direttamente referenti dei “corleonesi”5. L'affermazione di Cutolo rappresenta un problema per la mafia e i suoi affari in Campania. Ancor più se si considera che “'o professore” nel corso della sua espansione ha stretto anche legami con la 'ndrangheta ed in particolare con Egidio Muraca, boss di Lamezia Terme e Michele Dattilo a capo dell'“anonima sequestri”. Il 3 settembre 1981 le forze dell'ordine interrompono un summit tra cutoliani e 'ndranghetisti tra cui Francesco Pino, boss del cosentino6.

I due modi di vedere la camorra 

Si scontrano così due modi di intendere la camorra. Due economie criminali che si reggono su presupposti differenti. Da una parte Cutolo, la sua organizzazione verticistica che si regge grazie alle estorsioni, al controllo delle carceri e del territorio. Dall'altra Zaza e gli altri referenti della mafia in Campania, che hanno creato una struttura orizzontale varata grazie ad un patto di spartizione del territorio tra famiglie mafiose che fanno del contrabbando di sigarette e di droga le proprie fonti primarie di guadagno.

La tangente sulle casse di sigarette 

Cutolo capisce perfettamente che la prima cosa da aggredire è il contrabbando di sigarette e lo fa alla propria maniera: imponendo un pizzo di 20mila lire su ogni cassa di sigarette scaricata. Siamo nel periodo di latitanza tra il ‘78 e il ‘79, periodo che Cutolo trascorre in parte anche in Puglia e che sfrutta per stringere legami anche nella regione confinante con la Campania. Faranno lo stesso molti dei suoi gregari inviati nelle carceri pugliesi. Lo stesso Cutolo ad inizio ‘79 incontrerà, in un albergo di Lucera, quaranta delinquenti pugliesi, nominandoli capizona delle varie aree della regione. La sua espansione in Puglia viene “benedetta” anche dalla 'ndrangheta e dalla mafia siciliana dopo un incontro in un albergo a Galatina nel leccese7.

L'origine dello scontro con Michele “'o pazzo”

A Napoli però i malumori crescono e i primi a lamentarsi sono proprio i fratelli Zaza che vedono il proprio regno del contrabbando così “commissariato”. Nell'estate del 1978, Salvatore, fratello di Michele ed anch'egli impegnato attivamente nel contrabbando, si reca a Massa Lubrense al matrimonio di Alfonso Rosanova ed avverte: «O fai ragionare Cutolo o qua si scatenerà una grande guerra»8. Sembra ormai troppo tardi ma in un primo momento viene messa in campo una strategia di mediazione. Zaza non oppone nessun rifiuto ed arriva a sborsare anche mezzo miliardo di lire di tangente in un mese.9 Ad acuire le preoccupazioni di Zaza c'è però anche un altro problema.

La storia di Cutolo ep.1 - Come nasce il falso mito del “professore”

Note

1 Adriano Baglivo, “Una «industria» con un fatturato di 300 miliardi”, Corriere della sera, 13 luglio 1981

2 Primo Di Nicola, “Sodoma e camorra”, L'espresso, 28 marzo 1981

3 Ermanno Corsi, “Il re del contrabbando torna in libertà con mezzo miliardo”, La Repubblica, 9 febbraio 1982

4 Fabrizio Feo, “Uomini e affari del traffico di droga”, Dossier Sud, 13 giugno 1981

5 Primo Di Nicola, “Sodoma e camorra”, L'espresso, 28 marzo 1981

6 “Camorra occulta e criminalità diffusa”, Quotidiano dei lavoratori, 25 settembre 1981

7 Francesco Barbagallo, “Storia della camorra”, op. cit. pag. 123

8 Ivi, pag. 122

9 Alberto Stabile, “Tutte le bande contro Cutolo è una faida all'ultimo uomo”, La Repubblica, 4 novembre 1981


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