Cronaca

Torturato e sciolto nell'acido per errore: dopo 20 anni risolto l'omicidio Giaccio

I carabinieri hanno arrestato i presunti killer dell'assassinio risalente al 2000. Il clan Polverino avrebbe punito la vittima per una relazione con la sorella del boss, ma c'è stato uno scambio di persona

Nel 2022 i mandanti, oggi i presunti esecutori. Sembra arrivare finalmente a risoluzione il caso Giulio Giaccio, l'operaio di 26 anni che fu ucciso e poi sciolto nell'acido perché il clan Polverino credeva che avesse una relazione con la sorella di un membro del sodalizio criminale. Giaccio, però, fu vittima di uno scambio di persona. Lui con la camorra non aveva mai avuto contatti e non aveva intrattenuto alcuna relazione con donne vicine al clan. Raffaele D'Alterio, Salvatore Simioli e Salvatore De Cristoforo, questi i nomi dei tre arrestati dai carabinieri. Sarebbero, secondo la Procura di Napoli, vicini ai Polverino ed esecutori materiali dell'omicidio. 

Una conclusione a cui gli investigatori sono giunti attraverso dichiarazioni di collaboratori di giustizia e intercettazioni. "Giaccio è stato fermato da un finto posto di blocco della polizia - spiega il colonnello Andrea Leo, comandante del reparto operativo dei carabinieri di Napoli - I finti agenti prelevarono lui e un amico. Lo fecero salire in automobile, lo fecero chinare e gli spararono. Dopo, il corpo è stato sciolto nell'acido e i resti sono stati buttati in un fossato".  

Durante la conferenza stampa, il procuratore capo Nicola Gratteri ha sottolineato l'importanza della tecnologia nelle indagini contro la criminalità organizzata, chiedendo al Governo ulteriori investimenti. Oggetto della conferenza anche l'omicidio di Pasquale Manna, detto "Pasqualone". Manna fu ucciso per dissidi sugli affari dal suo stesso clan, Veneruso-Rea, il 2 marzo 2023. Fu raggiunto da un commando di fuoco a un distributore di benzina a Volla, il corpo fu poi trasportato a Ponticelli. Anche in questo caso, i carabinieri hanno arrestato tre persone, indagate per l'omicidio: Francesco Rea, secondo gli inquirenti figura apicale del sodalizio, Luigi Romano e Giorgio Bilangia.


Si parla di