Cronaca

Omicidio di Fortuna Bellisario: rigettato il ricorso in Cassazione. Confermati i 30 anni di carcere al marito

Resta l'ipotesi dell'omicidio volontario ma il legale di Vincenzo Lo Presto ha annunciato un ricorso straordinario

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 30 anni di reclusione per Vincenzo Lo Presto, il 43enne napoletano accusato di aver ucciso la moglie Fortuna Bellisario colpendola ripetutamente con le sue stampelle. Ieri la Cassazione ha rigettato i ricorsi presentati dall’avvocato difensore e confermato la condanna della Corte di Assise d’Appello. Un iter giudiziario travagliato, con diverse pronunce che hanno dato luogo a proteste vibranti a Napoli.

Secondo l’accusa Fortuna morì nel 2019 a causa delle conseguenze dei colpi inferti con la stampella da suo marito, al culmine dell’ennesima lite. In primo grado l’uomo fu condannato a 10 anni per omicidio preterintenzionale: il giudice ritenne che la morte di Fortuna fu causata da un ematoma subdurale determinato da una caduta accidentale dopo diverse ore dall’aggressione del marito. Nel corso del processo emersero anche particolari inquietanti, con i figli costretti anche loro ad infierire sulla madre.

La condanna in primo grado suscitò forti proteste. La Procura di Napoli avanzò richiesta di appello alla Corte di Assise di Appello di Napoli per omicidio volontario. Il 22 Luglio la Corte d’Appello condannò Lo Presto a 30 anni di reclusione, è stato poi il suo difensore a rivolgersi alla Corte di Cassazione. Dopo la conferma della condanna, però, la questione pare non sia chiusa. L’avvocato Simpatico, legale di Lo Presto, ha annunciato di voler presentare un ricorso straordinario dopo aver letto le motivazioni della sentenza.


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