Cronaca

Sospetta meningite, un'altra tragedia: muore un 46enne

L'uomo, residente a Fuorigrotta, è arrivato in condizioni disperate in ospedale

Ancora un presunto caso di meningite fulminante (dopo quello del 18enne di Agerola morto nei giorni scorsi) sarebbe la causa del decesso di un 46enne, S.A. di Fuorigrotta. L'uomo è arrivato in condizioni disperate in ospedale. Oggi si conosceranno i risultati dell'autopsia e gli esami di laboratorio tesi a stabilire le cause del decesso. 

Sono trenta i casi di meningite trattati in pronto soccorso e curati presso la rianimazione infettivologica del Cotugno nel corso del 2016. Di questi, nessuno è stato mortale. Un successo clinico, ha spiegato al Mattino Fiorentino Fragranza, infettivo logo dirigente medico della struttura collinare in forze alla rianimazione, da attribuire ad un "particolare protocollo che abbiamo messo in atto e che si avvale di una tempestiva diagnosi correttamente inquadrata dal punto di vista microbiologico".

COME RICONOSCERE I SINTOMI DELLA MENINGITE

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I SINTOMI

Rapida insorgenza di febbre, mal di testa, rigidità nucale (difficoltà e dolore alla flessione della testa sul tronco), spesso accompagnati da nausea, vomito, fastidio intenso alla luce (fotofobia), stato confusionale. Sintomi di sepsi sono: febbre, stanchezza, vomito, mani e piedi freddi, brividi, dolori articolari, muscolari, toracici, addominali, respiro rapido, diarrea, petecchie (macchioline puntiformi rosse o marroni) che possono diventare macchie rosse violacee o vescicole di sangue. Nei neonati alcuni di questi sintomi non sono presenti o non sono molto evidenti. Più comunemente nei neonati sono presenti: pianto continuo, irritabilità, sonnolenza, scarso appetito, tensione o rigonfiamento delle fontanelle, cute chiazzata, pallida o bluastra.

I FATTORI CHE AUMENTANO IL RISCHIO

Età: la maggior incidenza di malattia si ha nei bambini di età inferiore a 5 anni; un secondo picco, meno elevato, si riscontra tra i 15 e 25 anni; la malattia può comunque colpire chiunque a qualsiasi età.
Stagionalità: la malattia è più comune in inverno fino all’inizio della primavera (novembre-marzo), anche se casi sporadici di malattia si verificano tutto l’anno; - contatti: il rischio di malattia meningococcica è più elevato nei contatti stretti (conviventi e familiari) di soggetti infetti rispetto al rischio nella popolazione generale.
Vita di comunità: le condizioni di sovraffollamento (grandi luoghi di ritrovo come le discoteche) favoriscono la trasmissione del meningococco; - alcune patologie croniche o condizioni di vita determinanti una diminuzione delle difese immunitarie: ad esempio infezione da Hiv, malattie renali ed epatiche croniche gravi, immunodeficienze congenite.
Viaggi: esistono nel mondo aree, come l’Africa sub-Sahariana, interessate da frequenti epidemie di meningite meningococcica particolarmente durante la stagione secca. Effettuare le vaccinazioni raccomandate dal calendario vaccinaleè il modo migliore per difendersi dalle malattie prevenibili con le vaccinazioni.

I VACCINI

I vaccini disponibili contro la malattia meningococcica sono: - il vaccino tetravalente coniugato attivo verso i ceppi A,C,W135 e Y e il vaccino monovalente attivo verso il ceppo C; - di recente introduzione è il vaccino monovalente attivo verso il ceppo B. Il calendario vaccinale attuale, tra le altre vaccinazioni, propone la vaccinazione contro il meningococco C (una dose nel secondo anno di vita, tra i 13 e i 15 mesi; alternativamente i genitori hanno la facoltà di chiedere la somministrazione del vaccino nel primo anno di vita dal 3° mese - ciclo di tre dosi). Il vaccino antimeningococco C è offerto inoltre gratuitamente ai ragazzi non precedentemente vaccinati, fino al compimento di 18 anni. Altra categoria di persone cui i vaccini antimeningococco sono offerti gratuitamente e attivamente è quella dei soggetti affetti da patologia cronica determinante una condizione di rischio. Infine il vaccino tetravalente del gruppo A, C, W135 e Y è offerto, negli ambulatori di profilassi internazionale, in co-pagamento ai viaggiatori che si recano in aree endemiche.


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