Cronaca

Matteo e la sua diversa abilità: la mamma racconta il suo ritorno a scuola

“Avevo un gran timore, ma alla fine l’insegnante di sostegno è stata confermata. Molti genitori non hanno avuto la mia stessa fortuna”. L’intervista di NapoliToday

Dopo 7 lunghi mesi, tra felicità e un pò di timore, anche Matteo è ritornato in classe. Quest’anno ha cominciato la terza elementare. La sua scuola è uno dei 200 Istituti napoletani rimasti chiusi fino al 27 settembre perché ospitanti i seggi elettorali. Anche qui un piano organizzativo, nel rispetto delle misure anti-Covid e delle linee guida del MIUR, fatto di orari ridotti, doppi turni, frequenza a singhiozzo e classi divise, punta a tutelare la salute dei bambini e nello stesso tempo continuare a garantire loro il diritto all’istruzione. Diritto che, purtroppo, non è stato garantito in molti altri Istituti campani. Sono numerose, infatti, le scuole che, non avendo un numero sufficiente di insegnanti di sostegno, hanno costretto molti studenti diversamente abili a ritardare l’inizio del loro anno scolastico. Per fortuna, non è questo il caso di Matteo. NapoliToday ha raccolto la testimonianza di Laura, mamma di Matteo, bambino di 8 anni diversamente abile, che si è fatta portavoce di tutti i genitori di figli “normalmente diversi” - come ama definirli Laura - e che, come lei, hanno dovuto affrontare le difficoltà nate in questo periodo di emergenza e l’impatto che questo ha avuto sulla vita dei bambini con bisogni educativi speciali.

- Ciao Laura, innanzitutto, come stai?

“Come sto, mi chiedi. In realtà non lo so neanche io. Per come sono fatta, a questa domanda rispondo sempre “bene”, perché sono consapevole che c’è chi sta peggio di me…ma in realtà mi sento in una bolla! Tra elezioni politiche, organizzazione scolastica e allerte meteo varie, non sai mai se la scuola riprenderà “normalmente” oppure no. Come vedi la parola “normalità” continua a non voler essere un mood nella mia vita".

- Come è andato il primo giorno di scuola di Matteo?

“Contro ogni aspettativa il primo giorno di scuola di Matteo è stato un successo! Non è la prima volta che in situazioni che io ritengo difficili per lui, mi sorprende con le sue reazioni positive. Nonostante l’impatto con un primo giorno ingrigito dal mal tempo e nonostante il suo rifiuto di alzarsi troppo presto lunedì mattina, è stato felicissimo di rivedere i suoi compagni, di condividere con loro il momento della merenda e, soprattutto, di rivedere le sue maestre anche se solo attraverso una visiera in plexiglas....felice lui, strafelice io!”.

- Cosa ha significato per Matteo il venir meno della didattica in presenza nel periodo di emergenza? Quali sono le difficoltà che ha incontrato nel seguire le lezioni attraverso lo schermo di un pc?

“La “fine” - chiamiamola così - dello scorso anno scolastico per Matteo è stata a marzo, in quanto, non andando più fisicamente a scuola, la sua mente ha realizzato che la scuola fosse già finita. Da quel momento in poi è stata una battaglia continua per fargli capire che, invece, doveva continuare comunque a studiare attraverso un tablet e che doveva comunque vedere le sue maestre attraverso una telecamera. All’inizio è stato come un gioco. L’utilizzo di un’apparecchiatura elettronica, dalla quale lui è molto affascinato come tutti i bambini di oggi, lo stimolava in qualche modo a voler partecipare, ma poi con il tempo è diventato “tragico”! Matteo è diventato completamente disinteressato ed infastidito dall’obbligo di dover presenziare per forza, si annoiava terribilmente per i tempi lunghi durante le lezioni live. Sai, essendo piccini, bimbi di seconda elementare, rispondere o eseguire un compito da soli, utilizzando un microfono, non era cosa facile. I tempi si allungavano di molto rispetto a una spiegazione o a un compito in aula, e Matteo perdeva spesso l’attenzione intervallando sbadigli a piccoli capriccetti durante la DAD. Era il primo a salutare e a spegnere la videocamera alla fine della lezione”.

- Quali effetti ha avuto la pandemia e l’isolamento forzato su di lui?

"Matteo non ha risentito molto della pandemia e dell’arresto forzato del mondo esterno, perchè lui ama tantissimo tutto quel che fa in casa. La casa è il suo mondo, il suo rifugio, e il fatto di poterci stare sempre senza dover uscire è stato per lui come vincere al superenalotto. Non gli interessava uscire, stava benissimo tra le sue cose, con i suoi tempi da vero bradipo….e poi stava con me… avermi sotto gli occhi tutto il giorno e per tutti i giorni della settimana lo soddisfaceva completamente. Tra l’altro, non ha mai ben compreso il senso della “pandemia”, la gravità del momento: ho cercato di spiegarglielo in tanti modi diversi, conosceva il motivo per il quale dovevamo utilizzare la mascherina, ma diciamo che l’ha compreso “a modo suo”, con la “leggerezza” che lo contraddistingue e che probabilmente, anzi sicuramente, lo fa vivere, per certi aspetti, meglio di noi”.

- Molti sono i bambini diversamente abili che non hanno ritrovato il loro docente di sostegno. Qual è la situazione nella scuola di Matteo?

“La nostra vera fortuna per questo “pseudo” nuovo anno scolastico è stata la conferma, per il terzo anno consecutivo, dell’insegnante di sostegno, insegnante con la quale Matteo ha instaurato un meraviglioso rapporto. Direi che sono pazzi l’uno dell’altra, è una maestra “speciale”! Anche lei lo ha aiutato moltissimo nel suo percorso all’interno della scuola ed ha instaurato con lui un rapporto simbiotico a tal punto che si sentono anche durante l'estate. Credo che in un momento come questo, difficile per le scuole e per la mancanza di docenti, aver ritrovato la maestra di sempre, ancora una volta, sia stata una garanzia e una immensa fortuna per il rientro a scuola di Matteo… ne sono molto molto felice!”.

- Come si è attrezzata la scuola per tutelare la salute dei bambini diversamente abili e nello stesso tempo garantire loro il diritto all’istruzione?

“L’Istituto che frequenta Matteo ha attuato per questo nuovo anno un piano organizzativo che gli consente di frequentare la scuola tutti i giorni, con turni da 3 ore in una fase iniziale, per poi passare alle 5 ore con il successivo orario definitivo. In questo modo Matteo ha la possibilità di frequentare quotidianamente la scuola, i suoi compagni e le sue maestre, ovviamente tutte le attività sono svolte nel rispetto delle misure anti-Covid. La scuola è uno stimolo fondamentale: bambini come lui, ma anche quelli diversi da lui, necessitano di un impegno quotidiano che li porti ad uscire dal mondo casalingo e di una socialità continua con i loro compagni, questo perchè il confronto e la competizione che si crea all’interno di un’aula di scuola innesca in loro una molteplicità di stimoli che sono fondamentali per la loro crescita”.

Cosa, secondo te, si potrebbe fare in più per tutelare i bambini e i ragazzi con disabilità e con bisogni educativi speciali?

Bhe questa è davvero una bella domanda. Oggi tutto ciò che si fa per questi bambini risulta essere sempre troppo poco. Dovrebbero essere considerati di più dalla politica, dalle Istituzioni, da chi ha il potere e gli strumenti per rendergli la vita più facile e comoda. Noi genitori chiediamo continuamente di essere ascoltati, combattiamo per difendere i diritti che spettano ai nostri bambini e che invece puntualmente non gli vengono riconosciuti. Basti pensare al fatto che in questo momento sono tanti i bambini disabili che non hanno iniziato l’anno scolastico perchè senza insegnanti di sostegno. Dovrebbe essere garantito loro lo stesso diritto allo studio che viene garantito agli altri bambini, e invece non è così. Se non ci fossimo noi genitori dietro di loro, rimarrebbero soli con se stessi. Purtroppo, però, ci sono anche genitori che non ce la fanno a sostenere il “peso” e crollano, mollano per fragilità, debolezza, o solo perché è più facile così. E così questi bambini vengono lasciati soli a combattere per delle colpe che non hanno, quando dovrebbero avere la priorità rispetto a chi, diversamente da loro ,ha una vita per certi aspetti più semplice, non dico più fortunata, perché credo che la vera fortuna sia avere in casa un bambino così, come Matteo, speciale nella sua diversa normalità. Matteo è una vera ricchezza per noi, è la gioia di questa casa, l’allegria, la leggerezza, attraverso lui riusciamo a vedere le cose con occhi diversi. E in un mondo dove ormai tutto è diventato privo di valore, dove tutto è diventato scontato, perdersi nell’ingenuità perenne di un sorriso puro come il suo è la vera salvezza!”.


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