Cronaca

Ponticelli, giostre e campetto abbandonati: "Il Comune non risponde"

A Ponticelli aree gioco per bambini seppellite sotto l'erba alta. Sono dedicate a Francesco Paolillo, il giovanissimo che cadde da un palazzo in costruzione per salvare un amico

I segni del degrado nell'area giochi di via Carlo Miranda, a Ponticelli

Quindici anni senza tagliare neanche un filo d'erba. Così, l'incuria del Comune di Napoli ha trasformato il campetto di calcio e l'area giochi di viale Carlo Miranda, a Ponticelli, in un'area inutilizzabile e di degrado. Si tratta, in entrambi i casi, di spazi dedicati a Francesco Paolillo, il ragazzino di 14 anni che cadde dallo scheletro di un palazzo in costruzione per salvare un amico.  

Finché ha potuto, ci ha pensato Alessandro, fratello di Francesco, a garantire l'accessibilità. "Poi non ce l'ho più fatta - racconta - l'erba è troppo alta e l'area giochi è chiusa da anni". L'erba ha fagocitato i giochi, mentre il campo di calcio a 5 ha più buche che parti sane.

Eppure, da queste parti, bambini e ragazzi non hanno molti luoghi da frequentare nel tempo libero né per praticare sport senza pagare ingenti rette. A pochi metri di distanza, infatti, anche la pista d'atletica intorno al Parco Fratelli De Filippo è stata abbandonata, così come le giostre all'interno del Parco stesso. "Ho chiesto più volte alla VI Municipalità di intervenire - spiega Alessandro Paolillo - e ho scritto decine di mail al Comune di Napoli senza mai avere risposta. Mi basterebbe che mi affidassero un tagliaerba e me ne occuperei io". 

Intanto, la famiglia del povero Francesco ha dovuto accettare un altro schiaffo alla memoria di questo piccolo eroe: "Il cantiere dove è morto mio fratello è stato sotto sequestro fino a pochi mesi fa. Oggi non lo è più, ma l'accesso al sito è sempre libero e i piloni del palazzo sono ancora lì. Rappresentano un pericolo per i bambini del quartiere. Senza contare che all'interno del cantiere vengono fatti sparire o addirittura bruciati motorini e automobili usati chissà per quali traffici". 

Da tempo, Alessandro ha chiesto l'autorizzazione per installare, a sue spese, una panchina in memoria di Francesco. "Anche in questo caso nessuna risposta. Le istituzioni hanno dimenticato che esistiamo". 


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