I Campi Flegrei si stanno risvegliando, e potremmo essere vicini ad un momento critico nell'attività del vulcano.
Giovanni Chiodini, ricercatore presso l'Istituto Nazionale d'Italia di Geofisica e Vulcanologia di Bologna, è tra gli autori di uno studio pubblicato martedì scorso sulla rivista scientifica “Nature Communication”.

Le indagini del vulcanologo, effettuate insieme ad alcuni colleghi francesi ed italiani, hanno per la prima volta identificato una soglia oltre la quale l'aumento di magma sotto la superficie terrestre dei Campi Flegrei potrebbe innescare il rilascio di fluidi e gas. Secondo lo studio, il vulcano potrebbe – al moneto – essere vicino ad un punto di pressione critica.

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Chiodini sottolinea che non è possibile dire quando – o se – il vulcano potrebbe eruttare, ma l'eventualità "sarebbe molto pericolosa” per circa 500mila persone che vivono all'interno e nei pressi della caldera. Il vulcanologo ha sottolineato inoltre come, vista la situazione e la popolazione coinvolta, ci sia un urgente bisogno di una migliore comprensione del comportamento dei Campi Flegrei.

È dal 2005 che nei Campi Flegrei è in corso ciò che gli scienziati chiamano “sollevamento”, fenomeno che ha portato le autorità ad innalzare, nel 2012, il livello di allerta dal verde al giallo, ed a segnalare la necessità di un monitoraggio continuo. Inoltre, il ritmo del deformarsi dei suoli e la presenza di un'attività sismica di basso livello sono recentemente aumentati.

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La caldera dei Campi Flegrei si è formata 39mila anni fa da un'esplosione che ha gettato in aria centinaia di chilometri cubi di lava, rocce e detriti. Si è trattato della più grande eruzione avvenuta in Europa negli ultimi 200mila anni. L'ultima eruzione – sebbene su una scala molto minore – è avvenuta nel 1538.

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CAMPI FLEGREI - LE FOTO

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