Cronaca

Randagi, clochard, ubriachi: Santa Chiara chiude le porte

Ieri sera la decisione del rettore padre Salvatore Vilardi. "Alcuni ubriachi sono entrati in Chiesa, avevano le loro bottiglie di alcolici, ci sono stati attimi di tensione". Ad agosto scorso lo stesso copione

Chiesa di Santa Chiara

Era già successo la scorsa estate. Ieri sera il bis, ovvero la decisione drastica ma sofferta: serrare le porte della Chiesa di Santa Chiara, recitare la messa a porte chiuse per impedire incursioni sgradite. Una decisione presa alle 19 dal rettore padre Salvatore Vilardi. Cani randagi, clochard, ubriachi. Randagi che entrano in chiesa durante le cerimonie, homeless che fanno irruzione con bottiglie di vino o di birra e urlano fino a quando non ottengono qualche spicciolo. Troppo degrado, come spiega Leandro Del Gaudio del Mattino.

"Siamo stati costretti a tenere messa con le porte chiuse - ha spiegato padre Villardi - abbiamo dovuto rinunciare anche alla adorazione del giovedì che in genere raccoglie la presenza di molti fedeli in arrivo da zone differenti della regione. È triste, ma se lo scenario non cambia saremo costretti a chiudere Santa Chiara anche nel corso di altre fasce orarie".

Nella giornata di ieri, in particolare, alcuni ubriachi sono entrati in Chiesa. "Avevano le loro bottiglie di alcolici, ci sono stati attimi di tensione. Mi domando: perché non tutelare una realtà così bella come Santa Chiara con un presidio fisso di forze dell’ordine? Perché non farlo proprio durante il tanto decantato maggio dei monumenti? È triste vedere turisti spaesati di fronte ai barboni, ai cani randagi, magari costretti a schivare pallonate durante partite di calcio sistematicamente disputate all’interno del nostro complesso monumentale. Avevamo posto il problema di homeless e ubriachi, del rischio per turisti e fedeli e avevamo ottenuto anche un presidio di polizia permanente". Ma col passare del tempo, il controllo è diventato meno rigoroso. "Siamo tornati al punto di partenza. Di questo passo, saremo costretti a chiudere in modo permanente la nostra Chiesa".


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