Cronaca

Smantellato il clan Orlando: erano gli eredi di Polverino e Nuvoletta

Dalle indagini, che hanno oggi portato all'esecuzione di 32 ordinanze di custodia cautelare, è emersa l'organizzazione paramilitare della famiglia

Sono 32 le ordinanze di custodia cautelare emesse dalla Direzione Distrettuale Antimafia ed eseguite stamane, a Marano e nelle zone limitrofe, dai carabinieri di Castello di Cisterna. Arrestati – 28 in carcere, 4 ai domiciliari – presunti appartenenti al clan camorristico degli Orlando, ritenuti a vario titolo responsabili di associazione per delinquere di stampo mafioso finalizzata al controllo delle attività economiche ed imprenditoriali, al traffico di stupefacenti ed alla gestione delle piazze di spaccio locali, al reinvestimento speculativo degli illeciti capitali.

Le indagini sono partite da quelle servite alla cattura di Antonio Orlando, ex appartenente al clan Nuvoletta latitante dal 2003. I carabinieri hanno osservato la genesi del nuovo gruppo criminale degli Orlando, cosiddetto “dei Carrisi”. Questi, scalzando quanto rimasto dei Polverino e dei Nuvoletta, o facendoli propri, si sono impadroniti del territorio.

L'OPERAZIONE DEI CARABINIERI - VIDEO

GLI ELEMENTI DI SPICCO – L'evoluzione degli Orlando è partita dal nucleo storico della famiglia, i fratelli Gaetano, Raffaele e il latitante Antonio. Attraverso una fitta rete di accordi, hanno spianato la strada alle attività. Poi un secondo livello della compagine camorristica: Armando e Raffaele Lubrano, Lorenzo Nuvoletta, e Angelo Orlando detto “'o malommo”, ritenuto portavoce, coordinatore e responsabile delle attività del clan. Un terzo livello era composto dai vari responsabili di zona a capo degli affiliati: Gennaro Sarappo a Quarto, Raffaele Lubrano a Calvizzano, Celeste Carbone per le aree “sensibili” del clan.
Sarebbero poi entrati nel gruppo elementi dei Nuvoletta importanti, come Lorenzo, figlio di Ciro (ucciso in un agguato a Poggio Vallesana), e i fratelli Gennaro e Mario Sarappo, genero di Gennaro D'Anania.

L'AZIONE DEL CLAN – Secondo quanto raccolto dagli inquirenti, era “totale la copertura estorsiva sul territorio - pizzo imposto anche a lavori di mera ristrutturazione effettuati da privati - oltre che a tutti gli esercizi commerciali ed agli imprenditori di rilievo sul territorio convocati e minacciati pesantemente”. Caratteristica degli Orlando era un'organizzazione precisa e paramilitare, la cui azione consisteva nella continua pressione sugli operatori economici; nella verifica delle attività illecite sul proprio territorio, il controllo delle piazze di spaccio, persino la repressione della microcriminalità del posto.

COLPO AL CLAN ORLANDO, LE INTERVISTE - VIDEO

BONIFICA DEL TERRITORIO – Come testimoniato da alcune intercettazioni ambientali, alcuni affiliati sono arrivati a perquisire un furgone fermo per verificare non fosse una postazione di controllo delle forze dell'ordine. "Quando quello mi ha detto che non voleva aprire, l'ho preso malamente – dice un uomo della famiglia – però dopo ho visto che...". Controllo mezzi, ma anche “bonifica del territorio” da eventuali telecamere delle forze dell'ordine chiamate “telecamere Sio” dal nome di una delle ditte autorizzate al noleggio degli apparati a polizia e carabinieri.

LA BUSTA AL “COLONNELLO” - Le indagini avrebbero fatto emergere anche infiltrazioni criminali tra le stesse forze dell'ordine. In un'altra intercettazione ambientale Gennaro Sarappo e Angelo Orlando traspare la consegna di una tangente ad un colonnello: “La busta al colonnello dentro al bagno gliel'ho data io – spiega l'intercettato – ho pigliato un paio di fasci tanto”.

STRUMENTI SEQUESTRATI – Nel corso degli arresti e delle perquisizioni sono stati sequestrati 30mila euro a casa di uno dei destinatari del provvedimento cautelare – questi riuscito a scappare – e una strumentazione utilizzata per la bonifica del territorio da telecamere e microfoni delle forze dell'ordine, questa a casa di Angelo Orlando.


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