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9 consigli per mangiare all’aperto a Napoli

Che sia con vista mozzafiato sul golfo o nel pieno centro della città, con una tavola a base di pizza, di cucina italiana o vegetariana, Napoli en plein air è un piacere da gustare anche in cucina

È alle pendici del Vesuvio che si estende il Golfo di Napoli, terzo comune più popoloso d’Italia, uno spettacolare anfiteatro che affaccia sul Mediterraneo e che rende irripetibile anche solo una passeggiata lungomare. Tra le tante attrazioni offerte dalla città, il cibo è sicuramente un aspetto imprescindibile se si vuole conoscere la vera identità del posto. Da Marechiaro fino al centro storico, ogni angolo sembra la cornice perfetta per fermarsi a mangiare qualcosa. E se da un lato è famoso lo street food napoletano fatto di pizza a portafoglio e frittatine di pasta, dall’altro vale la pena anche godersi la città e i dintorni seduti in uno dei tanti ristoranti a cielo aperto. Ecco qualche suggerimento.






Concettina ai Tre Santi

Via Arena della Sanità, 7 Napoli

Ciro Oliva

, pizzaiolo classe ’92, fa parte della quarta generazione dietro alla pizzeria Concettina ai Tre Santi nata 70 anni fa. Siamo in zona Sanità, a pochissimi passi dalla casa in cui è cresciuto Totò e in uno dei rioni più veraci di Napoli. Qui il pane quotidiano ha la forma di una pizza e da Concettina ai Tre Santi, attività storica che prende il nome dalla bisnonna di Ciro, vale la pena mangiarla all’aperto. All’esterno l’arredamento è moderno, i tavoli sono circondati da un muro di piante e la sera, con l’accendersi delle file di lampadine, questo spazio diventa ancora più suggestivo. È del 2023 la notizia dell’acquisto da parte della Archive srl (società indipendente della famiglia Rossini già nel settore food con i ristoranti Langosteria) del 47,5% dell’attività, un passaggio che oltre al restyling del locale porta Concettina ai Tre Santi ad essere un marchio replicabile anche in altre città.


Classico Ristorante Italiano

Vicolo Santa Maria Cappella Vecchia, 45 Napoli

Una proposta moderna nel cuore dello storico quartiere Chiaia di Napoli, Classico è il ristorante che propone drink e cucina contemporanea nel contesto di un piccolo borgo circondato da mura antiche. Nei piatti c’è la materia prima del territorio con qualche sapore internazionale, come il risotto al cipollotto, petto d’anatra glassato nella salsa teriyaki e polvere di liquirizia (19€) oppure il carrè di agnello Laticauda, ketchup i barbabietola e salsa al burro di arachidi (35€). È molto piacevole stare nello spazio esterno, riparato da grandi ombrelloni e circondato da piante ornamentali.


Impasto 55

Piazza Vittoria, 11 Napoli

Questa pizzeria nasce dalla volontà dell’artista e scenografo Vitale de Gais e, come suggerisce il nome del locale, l’idea è di portare avanti quella che per molto tempo è stata una regola fondamentale nella preparazione della pizza: la somma della temperatura dell’ambiente, della farina e dell’acqua deve essere sempre pari a 55 gradi centigradi. Il locale ha uno stile ricercato con dei divanetti grigio tortora, gli inserti in legno chiaro e i lampadari in vimini. Nella parte esterna l’arredamento rimane lo stesso, ma la cornice si arricchisce di piante e tendoni bianchi che creano uno spazio appartato nel centro città con una vista su Castel dell’Ovo.


Gino Sorbillo Lievito Madre al Mare

Via Partenope, 1 Napoli

La prima pizzeria Sorbillo nasce dai coniugi Luigi Sorbillo e Carolina Esposito nel 1935 in via dei Tribunali. Gino Sorbillo, nipote dei due, porta avanti l’attività di famiglia e nel 2011 è il primo a presentare la pizza napoletana allo Chef Congress Identità Golose. Da questo momento in poi la pizzeria diventa famosa in tutta Italia, fino ad arrivare ai giorni più recenti in cui Gino Sorbillo è un marchio che conta 17 punti vendita tra Napoli, Milano, Roma, Genova, Torino e tre locali all’estero (a Ibizia, Miami e Tokyo). Nel 2013 apre Lievito Madre, un locale che affaccia sul Golfo di Napoli e che ha una zona esterna piuttosto grande con tavoli vista mare. Qui la pizza è a impasto naturale e non mancano prodotti della zona (fior di latte del Caseificio Il Casolare o l’olio extravergine d’oliva Mastroianni) oltre alla collaborazione con la storica cioccolateria Gay Odin.


Michelasso

Via Santa Brigida, 16 Napoli

Michelasso è un ristorante gastronomico nel cuore della città, a due passi da piazza del Plebiscito. Nella proposta i piatti sono realizzati con ingredienti di prossimità, provenienti da piccoli produttori soprattutto del Cilento e del Casertano. I sapori sono quelli della tradizione, ma reinterpretati in chiave contemporanea. La struttura è su due piani e l’arredamento è ricco nei dettagli e nei materiali di prima scelta. Lo spazio esterno, riparato da piante e ombrelloni, è ideale per concedersi una pausa senza doversi allontanare dal centro.


50 Kalò

Piazza Sannazaro, 201 Napoli

Tra le migliori pizzerie d’Italia della Guida Michelin c’è anche 50 Kalò di Ciro Salvo, terza generazione di una famiglia di pizzaioli e ambasciatore Slow Food della pizza italiana nel mondo. A Chiaia, uno dei quartieri di Napoli che affaccia sul mare, la storica piazza Sannazzaro si riempie di tavoli su cui mangiare pizze fumanti, sia classiche che personalizzate con ingredienti di stagione. Qui viene usato il pomodoro Pelato, Corbarino e del Piennolo da agricoltura biologica dell’azienda Casa Marrazzo; gli altri ingredienti sono prodotti DOP e IGP (come il Parmigiano Reggiano 24 mesi o i provolone del Monaco) e presidi Slow. Le pizze vanno dai 5 ai 9,50€ e possono essere accompagnate da vino, champagne o birre artigianali. All’interno il locale è luminoso e ha un arredamento semplice, ma il consiglio è quello di godersi l’aria salina della zona esterna se il meteo lo permette.


La Locanda Gesù Vecchio

Via Giovanni Paladino, 26 Napoli

In un quartiere pieno di riferimenti storici e architettonici, a pochi passi dalla Biblioteca Nazionale del 1610 e il chiostro di San Marcellino e Festo, si trova la cucina casereccia della Locanda Gesù Vecchio di Vittorio Fortunato. Una trattoria nel centro città ai piedi di un palazzo Settecentesco, dove i sapori partenopei vengono interpretati in maniera semplice e fedele alla tradizione. Il servizio è familiare e tra i piatti più rappresentativi del ristorante ci sono gli ziti alla genovese (il tipico ragù bianco con carne e cipolle) o i paccheri ripieni e fritti con braciola di carne, ragù napoletano, uvetta, pinoli, pecorino, uova, pane grattugiato e lardo, entrambi a 12€. L’ambiente interno è informale e accogliente, ma è altrettanto suggestivo mangiare all’aperto con i tavoli posizionati al lato della piccola via e circondati dalle mura storiche del quartiere. Il ristorante ha anche un’intera sezione del menu dedicata ai piatti senza glutine. 


Vitto Pitagorico

Piazza Museo, 15 Napoli

Vegano, vegetariano e senza glutine. Cosa si può chiedere di più a questo ristorante che si trova nei pressi del Museo Archeologico di Napoli? Di avere anche lo spazio esterno, con tavolini che si allungano sotto gli archi dei portici, circondati da piante. In tavola arrivano, sia a pranzo che a cena, tutti i migliori piatti della cucina campana e italiana in versione veg. Dallo scarpariello alla lasagna crudista, passando per le pizze vegane e le zuppe da gustare anche fredde.


Salumeria Upnea

Via San Giovanni Maggiore Pignatelli, 35 Napoli

Il nome non vi porti fuori strada: non si tratta di una salumeria ma di un ricordo dei locali più amati da Luigi Crispino, proprietario del locale, che da giovane quando pensava di andare a mangiare fuori si prefigurava, soprattutto, le salumerie e i loro panini. Aperto sia a pranzo che a cena, questo bistrot ha uno spazio molto carino esternamente per accogliere i suoi ospiti e regalare loro un senso di stupore. “Apnea” si direbbe, visto che nel nome si fondono due parole: Up, dall’inglese, e Nea, la radice della parola latina con cui si indica Napoli. E da mangiare? Una cucina napoletana in chiave attuale: mozzarelle di bufala, fresella e caprese. Genovese ma anche hamburger, baccalà fritto ma anche – sempre – un burger vegano e vegetariano tra i secondi.

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