Paese, città e coscienza

I "No green pass" vanno rispettati: questa è la democrazia

Quando una folla palesa i suoi disagi è compito dello Stato, e di chi lo rappresenta, rispondere con l’ascolto

In molti hanno risposto all’appello degli oppositori al Green Pass varato in questi giorni dal governo. Una folla variopinta di Cittadini preoccupati dalle nuove norme che regoleranno ogni aspetto delle nostre vite: lavoro, svago,  spostamenti cultura , salute, sport…

Unico fattor comune la preoccupazione di aver perso la libertà, quella con la “L” maiuscola sancita è garantita dalle Leggi di questo Stato. Il corteo è partito da piazza Dante, ha percorso via Toledo, via Guglielmo Sanfelice, via Diaz, piazza Municipio e piazza del Plebiscito per poi entrare in via Santa Lucia e concludere fuori la storica sede della Regione con qualche riflessione di alcuni partecipanti, tra cui il responsabile della manifestazione, il biologo Giovanni Moscarella.

Un percorso con tanti slogan, ma sempre pacifico. Un sabato italiano davvero inaspettato in questi caldi giorni di agosto.

Ricordo la città in altri anni e prima delle “crisi” che l’hanno stremata: assolutamente vuota… Le forze dell’ordine hanno vigilato con professionalità mostrando di schierarsi per la sola legalità. Ma tutto questo è documentato anche dai molti rappresentanti dei media presenti. Quello di oggi non sarà stato un fiume oceanico, ma senz’altro di dimensioni significative. Un dato che  ritengo sia interessante è l’eterogeneità dei partecipanti: davvero tutte le classi sociali.

Una moltitudine che piano piano sembra crescere in qualità e cancellare l’immagine di  “terrapiattisti” folli che qualcuno aveva sbandierato. Questo non vuol dire che persone un po’ “eccentriche” non fossero presenti, ma questa fortunatamente è la democrazia. Ma chi spaventa? Un movimento democratico che nasce da una protesta non deve chiudere le porte a nessuno. Tutti vanno rispettati. Quanto conta è che la stragrande maggioranza era ed è una realtà razionale ben aperta al confronto, e forte di idee sufficientemente chiare e condivisibili.

Quando una folla palesa i suoi disagi è compito dello Stato, e di chi lo rappresenta, rispondere con l’ascolto, interpretare le difficoltà e non darsi a proclami offensivi e denigratori contro chi, per’altro non  è un avversario, ma un libero cittadino. La speranza è che i politici, quelli solo assopiti, mostrino la loro natura di difensori della Costituzione, perché questo è un loro preciso dovere. Abbiamo attraversato il declino della prima Repubblica, vissuto una seconda Repubblica forse peggiore della precedente in cui le riforme hanno lentamente consumato alcuni principi dei padri costituenti. Non facciamo che si debba rimpiangere anche questa…


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