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I murales più instagrammati di Pozzuoli

NapoliToday vi accompagna in un tour alla scoperta dei murales più belli e fotografati di Pozzuoli

Maria, di Agoch Jorit

Pozzuoli, in provincia di Napoli, è una delle aree archeologiche più interessanti e affascinanti del mondo. Affacciata sull’omonimo golfo, è situata nell'area vulcanica dei Campi Flegrei, una grande caldera attiva in stato di quiescenza. Come tanti altri comuni e quartieri della città partenopea, anche Pozzuoli è stata arricchita da numerosi e splendidi murales, realizzati da più e meno famosi street artist napoletani e non, che rappresentano un'importante espressione di arte urbana ed arricchiscono il patrimonio artistico dell'antica Puteolis. Abbiamo selezionato per voi un elenco delle opere di street art più belle e instagrammate di Pozzuoli. Scopriamole insieme ai loro significati.

Maradona

Il murale, situato, alle spalle dell’edicola del porto di Pozzuoli, è stato realizzato tre mesi dopo la scomparsa di Maradona dallo street artist napoletano Mario Castí Farina in appena 24 ore. E’ stato voluto da una associazione locale e inaugurato alla presenza del figlio del Pibe. “Rappresenti la città che mai ti dimenticherà“, appare scritto accanto a Diego in maglia azzurra. Davanti a lui il numero 10, numero di cui i napoletani si sono appropriati e incorniciandolo tra due sole lettere: D10S.

Maria

Si tratta di due grandi murales di oltre 7 metri realizzati dallo street artist napoletano Agoch Jorit sulle pareti dell’ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli. L’opera rappresenta il volto di una Madonna e la riproduzione della vetrata di una cattedrale spagnola, realizzati sul lato nord dell’edificio, presso gli ingressi del Pronto Soccorso e degli ambulatori. Jorit è stato aiutato nella realizzazione da alcuni ragazzi autistici che frequentano il centro dell’ASL Napoli 2 Nord BlunAuti, l’unico centro di riabilitazione pubblico per pazienti con autismo presente in Campania.

Inquinamento marino

Il murale è situato sulla facciata dell’ex Convitto delle Monachelle ad Arco Felice (Pozzuoli). E’ una scena provocatoria, realizzata dallo street artist Nino, che rappresenta una donna abbracciata ad un uomo attraversano, disgustati in barca, un mare di rifiuti. Il giovane artista partenopeo, già autore nel 2018 dal mega murales “Il Tuffatore”, visibile da chilometri di distanza e ispirato alla celebre icona enigmatica ritrovata in una tomba di Paestum, da anni supporta la battaglia per le spiagge libere, uno degli obiettivi del comitato ex Convitto delle Monachelle.

Murales dell’Ex Sofer

L’ex area industriale Sofer a Pozzuoli, che attende da tempo un intervento di riqualificazione che stenta ad arrivare, sembra essere diventato un incubatore artistico sui rischi e non solo, della società contemporanea. Qui negli ultimi anni sono stati realizzati diversi murales da alcuni street artists partenopei e non solo. Dias, Nino Come, Gear1, per citarne alcuni. Tra i murales più suggestivi ci sono quelli che esprimono i rischi legati ai giochi virtuali, e alle conseguenze della pandemia.

Pendio di San giuseppe

Dopo anni al buio e al degrado, il Pendio di San Giuseppe è stato finalmente oggetto di un progetto di riqualificazione, patrocinato dal Comune di Pozzuoli e reso possibile grazie al “dono” di artisti che sulle pareti delle scale hanno realizzato 4 splendidi murales. Le opere sono ispirate dal tema “Alla scoperta dell’arte contemporanea attraverso gli elementi della natura: Acqua, Aria, Terra e Fuoco”,  e sono stati realizzati durante la manifestazione “Tu scendi dalle scale”, gemellata con “Scale di Napoli”, che si svolge solitamente nei giorni prima di Natale. Ogni autore ha scelto il suo “elemento”: Stefania Colizzi il fuoco (titolo opera: Phlegraiòs); Aida Guardai la terra (titolo opera: Natura Mater); Antonio Isabettini l’acqua (titolo opera: La leggenda del delfino Simone); Bianca Ida Gerundo l’aria (titolo opera: Can “Bia” – Aria). Le opere sono ricche di riferimenti storici e mitologici: basti pensare alle onde presenti in una delle opere, quella di Isabettini, che riproducono il mosaico rinvenuto nel Portus Iulius (tra i laghi Lucrino e D’Averno).

Cabine telefoniche

“PerifericArt”, il progetto di DiversaMenteGiovani autorizzato e sostenuto da Enel, ha deciso di riutilizzare le cabine telefoniche Enel come tele per la street art, con l'obiettivo di colorare la periferia e rilanciare tutto il territorio. Nel quartiere di Monterusciello a Pozzuoli sono state prese in considerazione 5 cabine nelle vie: Bovio, D’Annunzio, De Curtis, Pasolini e Severini. Ad ogni artista coinvolto è stato chiesto di realizzare un’opera collegata al nome del personaggio a cui era intitolata la strada in cui si trovava l’impianto destinato a diventare “tela” per la street art.


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