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Le “disavventure” che non possono mancare nel curriculum di un napoletano doc

Ci sono alcune situazioni che può conoscere soltanto chi vive il capoluogo partenopeo da sempre e nel profondo. Abbiamo provato a farne un'ironica lista

Napoli è una città meravigliosa. Ricca di cose da scoprire, sugli itinerari “classici” del turismo così come lungo i percorsi meno battuti. Ci sono poi peculiarità che può conoscere soltanto chi vive il capoluogo partenopeo da sempre e nel profondo, curiosità e situazioni particolari che a volte colpiscono nel bene (perché strappano una risata), a volte nel male (perché generano disagi).

Abbiamo provato a farne una scherzosa lista. Parziale, ma con un messaggio di fondo: chi non ha visto o vissuto la gran parte di queste cose non può dire di essere un napoletano “doc” senza il timore di essere smentito.

1) Prendere la Tangenziale dopo le 7.15.

La Tangenziale, 95 centesimi di felicità che separano casa dal luogo di lavoro. Difficile quantificare invece il tempo necessario per portare a termine il proprio viaggio: puntualmente, dopo le 7.15 la velocità di crociera s'abbassa fino al passo d'uomo, un uomo con neanche troppa voglia di camminare.

2) Comprare calzini dai venditori ambulanti.

Perché vendano proprio calzini, o non qualsiasi altra cosa venga prodotto al mondo, non ci è dato di saperlo. Però lo fanno, in un'attività frenetica che si manifesta nei posti e agli orari più disparati. L'approccio può essere di ogni tipologia, simpatico, malinconico, fortunatamente quasi mai aggressivo. Mal che vada? “Una sigaretta”.

3) Il “termine di corsa” della Linea 2 a Campi Flegrei.

Facile l'appunto: “Basterebbe controllare gli orari”. Eppure a volte il “termine di corsa” arriva a sorpresa, una spada di Damocle pesante di ritardo che può colpire senza preavviso. Altra chicca gli speaker della stazione, più o meno guasti dai tempi di Maradona e che richiedono un orecchio assoluto per coglierne le indicazioni. “Il prossimo treno per Napoli-San Giovanni Barra arriva e parte al binario...”.

4) “Donare” lungo via Toledo.

C'è l'imbarazzo della scelta. In circa 30-40 metri di struscio è possibile firmare “contro la droga”, comprare cartoline della città antica e quindi investire a favore della sua memoria, donare il sangue, donare la vita, donare all'arte.

5) Trattare con un parcheggiatore abusivo nel weekend.

Il problema dei problemi è sempre, ovunque al mondo, “il traffico”. Dopo però c'è quello del piazzare l'auto da qualche parte. È lì che – soprattutto nel weekend – si manifesta lui, l'abusivo. Gli approcci alla sua presenza possono essere molteplici: c'è l'automobilista compagnone che solidarizza, quello preoccupato che è prova sollievo nel fatto qualcuno gli dia un occhio alla macchina, quello legalitario che ne biasima l'attività e si rifiuta di dare “'na cosa 'a piacere”. A piacere: dopo un po' di trattativa sul prezzo e previa comunicazione dell'“orario di uscita”.

6) Il sorpasso a destra del motorino in curva.

La curva è stretta, ed è a destra. Nell'Europa continentale nessuno guarderebbe nello specchietto retrovisore, ma il napoletano doc lo fa. Perché, senza paura come il più aggressivo Valentino Rossi, c'è sempre uno scooter che fa il sorpasso della vita senza un perché.

7) Incontrare l'ambulante che fa “il baciamano” al pavimento della Cumana.

Il suo copione è sempre lo stesso. Racconta che si sarebbe potuto dare alle rapine anziché fare il venditore, e che la sua maledizione è quella di essere nato a Napoli, dove eventualmente le persone preferiscono dare qualche euro ad un rom o ad uno straniero anziché a lui. Poi bacia il pavimento. Un vero e proprio must del pendolare, impossibile non averlo incontrato almeno una volta.

8) Provare ad entrare in una pizzeria di via dei Tribunali nel weekend.

Un atto coraggioso, intrapreso almeno una volta da chiunque e non sempre destinato al successo.

9) Diventare un principe o un Capo di Stato all'ingresso della galleria di corso Meridionale

Concludiamo in bellezza, detto senza ironia. Sarà capitato a molti di allontanarsi dalla Stazione Centrale passando per la galleria che porta su corso Meridionale. All'imbocco c'è lui. Elegante, straniero, saluta tutti i passanti (tutti) attribuendo loro le più disparate cariche: “Buongiorno mister president!, Buongiorno principessa!”. Senza soluzione di continuità.


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