L'Oro di Napoli

Le 6 fontane monumentali più belle di Napoli

Dalla Fontana dell'Esedra alla Fontana del Nettuno, dalla Fontana del Sebeto alla Fontana del Gigante, ecco la nostra guida alle fontane più belle della città

Fontana del Sebeto

Definita dalla BBC come “la città italiana con troppa storia da gestire”, Napoli vanta un patrimonio storico, artistico e culturale dal valore inestimabile. Dalle suggestive piazze alle residenze reali, dai castelli imponenti alle gallerie monumentali, dagli storici edifici di culto (come cattedrali, basiliche, chiese, ecc) ad altri splendidi complessi monumentali, Napoli è una delle città d’arte più “ricche” al mondo. Tra le bellezze di cui potersi vantare ci sono anche numerose fontane monumentali, costruite tra il medioevo e la prima metà del XX secolo, ad esclusione della Fontana del Carciofo (1956). La magnificenza scultorea di molte di queste è merito non solo di artisti famosi - tra questi ricordiamo Bernini, Domenico Fontana, Michelangelo Naccherino, ecc - ma, anche di sapienti scultori di sconosciute botteghe napoletane. NapoliToday vi accompagna in un tour nella città alla scoperta delle fontane monumentali più belle di Napoli.

La Fontana dell’Esedra

Situata nella Mostra d'Oltremare, è tra le fontane più grandi del mondo. La sua struttura, ispirata al modello settecentesco della fontana della Reggia di Caserta, vanta un’estensione dei 900 metri quadri e riesce a contenere una massa d'acqua di 4000 metri cubi oltre ad emettere getti alti fino a 40 metri. E’ circondata da 800 alberi d'alto fusto, prevalentemente pini e lecci. Attualmente conta 76 vasche ad esedra, 1300 ugelli di ottone e di bronzo, 12 fontane a cascata e altrettante elettropompe. Grazie ai suoi 800 proiettori che emettono luci di vari colori e un impianto audio, la fontana offre spettacoli mozzafiato. La fontana fu costruita per volontà del regime fascista, il quale voleva celebrare con questo monumento il colonialismo. Fu progettata nel 1938 dai due architetti Carlo Cocchia e Luigi Piccinato, e inaugurata nel 1940 quando venne eseguita, per l’occasione, la sinfonia "Fontane d’Oltremare”, composta dal Maestro Guido Pannain, con i getti d'acqua sincronizzati con la musica. Dopo 30 anni di quasi totale abbandono, la fontana è stata restaurata e nuovamente inaugurata.

La Fontana del Nettuno

Detta anche Fontana Medina, è situata in piazza Municipio di fronte al palazzo San Giacomo. La fontana, a forma circolare, presenta una balaustra che la circonda, intervallata da quattro scalette ai cui lati sporgono leoni che custodiscono gli scudi della città e dalle cui bocche sgorga l’acqua. Nella vasca centrale sono situati due mostri marini che versano l'acqua nella vasca sottostante, adornata con delfini che cavalcano tritoni che emettono acqua. Infine, al centro della fontana, su uno scoglio, due ninfe e due satiri reggono sulla testa una coppa sulla quale si erge la statua di Nettuno con il tridente da cui zampilla acqua. La fontana fu costruita nel 1600 per volontà del viceré Enrique de Guzmán, conte di Olivares, governatore Napoli dal 1595 al 1599. A dirigere i lavori fu Domenico Fontana. La realizzazione è, invece, opera, tra i tanti, di Michelangelo Naccherino che realizzò il Nettuno, e di Pietro Bernini che scolpì i mostri marini. La fontana fu sistemata inizialmente presso l'Arsenale del porto. Nel corso della sua storia ha però cambiato numerose sedi tra cui largo di Palazzo (attuale Piazza del Plebiscito), Santa Lucia (presso il baluardo d’Alcalà), largo delle Corregge (nel periodo in cui la strada e la fontana furono indicate col nome “Medina”). Dopo diversi restauri, nel 1886, in vista dei grandi lavori imposti dal "Risanamento" e che prevedevano il rifacimento di via Medina, fu depositata nelle grotte sotto Pizzofalcone, e nel 1898 ricomparve in piazza della Borsa (attuale piazza Bovio), dove rimase fino al 2000. A causa dell'apertura del cantiere della metropolitana fu rimossa momentaneamente e riapparve nel 2001 in via Medina nei pressi di Palazzo Fondi. Nel 2014 - come previsto dal progetto della nuova piazza, curato dagli architetti Álvaro Siza e Eduardo Souto de Moura che hanno progettato la sottostante stazione Municipio della linea 1 della Metropolitana - la fontana è stata restaurata e smontata per essere poi ricostruita dove è oggi.

La Fontana del Sebeto

Situata nei pressi del largo Sermoneta, al termine di via Francesco Caracciolo, la Fontana del Sebeto prende il suo nome dalla statua che rappresenta l’omonimo e antico fiume di Napoli. Sul basamento, realizzato completamente in piperno (una roccia magmatica presente nelle zone dove si è verificata un’attività vulcanica), poggiano tre vasche in marmo. Sulla vasca centrale si ergono due mostri marini dalle cui bocche sgorga l’acqua. Al centro si trova, invece, una scultura di rilievo che rappresenta un vecchio ignudo, simboleggiante il fiume Sebeto, l'antico corso d'acqua che scorreva nel cuore della città. Ai lati della fontana si trovano due tritoni con sulle spalle delle buccine che versano l'acqua nelle vasche laterali. A completare la fontana vi è una lapide con tre stemmi del viceré, del Re di Spagna e della città di Napoli. La Fontana del Sebeto fu progettata da Cosimo Fanzango nel 1635 per volontà del viceré Emanuele Zunica e Fonseca. Inizialmente venne collocata in quella che oggi si chiama via Cesario Console. Nel 1900 fu poi smontata e nel 1939 sistemata nell'attuale collocazione, in seguito ai lavori che hanno completato il tratto finale di via Caracciolo.

La Fontana del Gigante

Situata a poca distanza dal Castel dell'Ovo, nella curva tra Via Partenope e Via Nazario Sauro, è un’opera seicentesca del Berinini e del Naccherino che la realizzarono su commissione del duca d'Alba don Antonio Alvarez di Toledo. La fontana è costituita da tre archi a tutto sesto sui quali ci sono decorazioni di animali e mostri marini, divinità fluviali, cariatidi e, in alto, gli stemmi del vicerè e del re di quel periodo. La fontana fu collocata inizialmente nell’attuale Piazza Plebiscito dove sorgeva la statua colossale del Gigante, un grande busto rappresentante Giove che, nel 1668, il viceré di Napoli, don Pietro Antonio d’Aragona, fece porre in cima alla salita detta poi salita del Gigante (oggi via Cesario Console). A causa dei lavori di sistemazione della salita del Gigante la fontana fu rimossa nel 1815, rimanendo per molto tempo senza collocazione. Nel 1882 fu sistemata vicino al Palazzo dell'Immacolatella al molo piccolo, per questo è anche detta Fontana dell’Immacolatella. Fu poi rimossa nel 1886 per i lavori di ampliamento del porto e collocata nel 1889 all'interno della Villa del Popolo. Nel 1906, in seguito alla colmata su via Santa Lucia, fu spostata nella sede che conosciamo oggi.

La Fontana della Sirena

Situata al centro di Piazza Sannazaro, risale alla metà dell’Ottocento quando è stata costruita. E’ rappresentata da un gruppo marmoreo composto da una vasca circolare interrata nella quale si erge un grande scoglio con quattro animali marini, simboli di tradizioni iniziatiche, che sollevano la sirena Partenope con la coda avvolta intorno ai fianchi. La sirena - figura mitologica simbolo della cultura partenopea - stringe una lira con il braccio destro, mentre il braccio sinistro è puntato verso l'alto. La fontana fu realizzata dallo scultore Onofrio Buccini nel 1869 per ornare i giardini della stazione ferroviaria. Solo nel 1924 venne spostata in piazza Sannazaro.

La Fontana di Santa Lucia

Concludiamo il nostro tour con un’altra splendida fontana monumentale, quella di Santa Lucia. Situata nella Villa Comunale, fu costruita nel 1606 da Michelangelo Naccherino e Tommaso Montani, quando fu collocata sul lungomare del borgo di Santa Lucia, borgo da cui prende il nome. È una fontana in stile manierista caratterizzata dalla ricchezza dei bassorilievi. E’ composta da una vasca in cui cade l'acqua che funge da base e sorregge le altri parti del monumento. La parte centrale è formata da un grande arco, in cui vi sono tre delfini su uno scoglio che reggono la tazza circolare, alla cui sommità vi è lo stemma con l'iscrizione vicereale (i delfini che reggono la tazza sono un'aggiunta del restauro del 1845). Le parti laterali sono caratterizzate da lapidi nella quali è scritta la storia della fontana. Alla base vi sono, invece, le vaschette a forma di conchiglie. Nelle estremità laterali sono poste due cariatidi su delfini. Non si conosce chi abbia voluto questa fontana. Secondo Bernardo De Dominici fu costruita per volontà del viceré Don Pedro di Toledo, ma successive ricerche hanno bollato la sua ricostruzione come invenzione. Nel 1895 venne rimossa da via Santa Lucia per i lavori di colmata a mare della borgata che non erano ancora terminati ai primi del Novecento e collocata nella villa nel 1898.


Allegati

Si parla di